Nel secondo trimestre del 2013 l'indice dei prezzi dei prodotti venduti dagli agricoltori è aumentato del 9,9% nei confronti dello stesso trimestre del 2012, ma ha subito una nuova contrazione (-0,8%) rispetto ai primi tre mesi dell'anno.
A dirlo è un rapporto dell'Istat, dal quale emerge anche che la dinamica tendenziale degli indici mensili dei prezzi dei prodotti venduti dagli agricoltori registra una netta accelerazione nel corso del secondo trimestre, passando dal 6,4% di aprile all'11,5% di giugno.
Rispetto al secondo trimestre del 2012, fra i prodotti venduti dagli agricoltori, i prezzi dei prodotti vegetali registrano un aumento del 14,8% e quelli degli animali del 4,0%. Nel secondo trimestre del 2013, rispetto al corrispondente periodo del 2012, tra i prodotti vegetali i maggiori incrementi tendenziali si registrano per i prezzi delle patate (+32,0%), del vino (+20,9%) e della frutta (+16,8%).

"Non deve trarre in inganno il dato tendenziale, poiché quel 9,9%, 14,8% per i prodotti vegetali e 4% per gli animali, non arriva a colmare quelli che sono i costi dei mezzi produttivi e degli oneri fiscali, contributivi e della burocrazia - commenta Copagri - In definitiva la gestione di un'azienda costa mediamente più di quanto è rappresentato dalle entrate".

Come ricorda Copagri, la stagione è stata caratterizzata da un clima che ha pesato sui raccolti e sull'offerta, ma solo per fare qualche esempio l'aumento dei costi dei mangimi ha superato abbondantemente il 10% su base annua, quello dell'approvvigionamento dei capi a ristallo ha toccato quasi il +7%, senza contare le tariffe tra le quali spicca un +5,5% dell'energia elettrica.
"La situazione, poi, mostra segnali preoccupanti se guardiamo all'andamento da gennaio a giugno di quest'anno con un calo costante dei prezzi all'origine in tutti i comparti, un punto e mezzo solo nell'aggregato vegetale" ha concluso Copagri.