A quanto pare un passaggio del virus dell'influenza aviare in un uomo c'è stato, avvenimento subito ripreso dai media come “Il Sole 24 Ore” del 3 settembre, che ha anche precisato che si tratta di un “addetto ai lavori” e dunque più esposto ad un possibile contagio, eventualità comunque rara. Nello stesso giorno “Repubblica” afferma che i contagiati sono due (ma non se ne avrà conferma) e il 4 settembre il “Corriere di Bologna” si affretta a rincarare la dose di allarme scrivendo che sotto l'attenzione dei sanitari ci sono ben sei operai del gruppo Eurovo, nei cui allevamenti si sono verificati i casi di malattia. Quanto basta per scatenare una nuova e inutile psicosi (non esiste infatti alcun rischio per i consumatori) capace di fare danni persino maggiori di quelli arrecati dal virus. Evidentemente il no alla psicosi da aviaria lanciato da “La Stampa” il primo si settembre è rimasto inascoltato. Nel frattempo gli allevatori di ovini della Sardegna si trovano a fare i conti con nuovi focolai di Lingua Blu. Lo scrive la “Nuova Sardegna” del 5 settembre. Nessun problema per l'uomo, ma tanti, oltre 500, gli allevamenti colpiti.

Peronospora e oidio addio
Intanto nelle vigne si celebra il rito della vendemmia, salutato con favore anche da chi è in cerca di un'occupazione, seppure a scadenza. Così “L'Eco di Bergamo” dell'uno settembre racconta come in Franciacorta sia aumentato il numero di lavoratori stagionali che si è proposto per i lavori di vendemmia. Una vendemmia destinata a regalare molte soddisfazioni anche in termini di quantità e qualità, stando a quanto riporta nello stesso giorno “Il sole 24 Ore”, che parla di aumenti importanti per alcune regioni come Abruzzo, Puglia e Trentino dove gli incrementi percentuali si presentano a due cifre. Cresce la produzione e cresce l'export, scrive “QN” del 2 settembre, che si appresta a raggiungere e superare il record dei 5 miliardi di euro. Una notizia che trova conferma e ulteriori dettagli nel servizio pubblicato sulle pagine del “Tempo”. E' annata record anche per i vini piemontesi, stando alle anticipazioni pubblicate il 5 settembre dal “Giornale del Piemonte”. Tanto ottimismo sulla vendemmia in corso non troverebbe però conferma nel confronto con i dati di Agea sulla vendemmia dello scorso anno. L'aumento rispetto al 2012 sarebbe infatti assai contenuto. Ma sono in molti a contestare questa interpretazione come si può leggere su “Italia Oggi” del 4 settembre. In attesa di un dato certo, ci si può consolare apprendendo che l'istituto per la viticoltura di Friburgo, in Germania, ha messo a punto sei nuove varietà di vite resistenti a oidio e peronospora. Una notizia, quest'ultima che si apprende da “Italia Oggi” del 4 settembre.

Più olio e più pere
Le notizie positive continuano con le buone prospettive per la prossima produzione di olio di oliva, in particolare, come scrive il “Messaggero” del 3 settembre, se la stagione offrirà piogge a sufficienza. Buone le prospettive anche per la produzione di pere, che secondo la “Gazzetta di Modena” dello stesso giorno potrebbe crescere del 20%. Novità in vista poi per l'applicazione del Sistri. Se ne parla su “Il Sole 24 Ore” del 3 settembre per illustrare le tappe previste per l'applicazione delle nuove norme. Ancora “Il Sole 24 Ore” nel giorno seguente si sofferma su questo argomento per confermare che non ci saranno proroghe nell'applicazione del Sistri, ma numerose saranno le modifiche che saranno apportate. Buone nuove anche per il mondo degli allevamenti. Per il settore suinicolo, informa “Italia Oggi” del 4 settembre, si prospetta la possibilità di istituire per le quotazioni degli animali macellati una commissione unica nazionale (Cun), come già accade per la definizione del prezzo degli animali vivi. Si spera con meno problemi di quanti però se ne siano avuti sino ad oggi. Sempre in tema di prezzi, ma in questo caso per il latte, si apprende dalle pagine di “Avvenire” del 5 settembre che il settore è in fibrillazione per l'aumento delle quotazioni che rendono obsoleto il recente accordo raggiunto in Lombardia fra allevatori e industrie. Peccato che il tutto si traduca nella ennesima contrapposizione fra organizzazioni agricole.

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