"L'Unione europea non deve perdere l'occasione di mostrarsi concretamente coesa e sensibile rispetto agli interessi dei singoli suoi Stati membri, che dovrebbero essere gli interessi dell'intera Unione".
Così Copagri commenta la decisione della Cina di avviare una procedura d'indagine sulle esportazioni di vino europeo verso il Paese asiatico, decisione che colpisce soprattutto Italia, Francia e Spagna.
"La Cina ha avviato un'azione che potrebbe preludere all'applicazione di dazi sull'import di vino Ue come ritorsione nei confronti dell'Unione - nota Copagri - ma la diplomazia può sempre intervenire ed evitare un freno ad un flusso commerciale in netta espansione".
Nel 2012 la Cina ha aumentato l'import di vino italiano su base annua del 6% in volume (quasi 327mila ettolitri) e del 15% in valore (circa 77 milioni di euro). Numeri da tenere in debito conto, considerando che rappresentano un'importante compensazione rispetto al crollo dei consumi interni ed agli ampi margini di crescita del vino made in Italy in aree densamente popolate della Cina.
Copagri auspica dunque un'adeguata pressione delle istituzioni italiane in sede europea ed un incisivo intervento diplomatico dell'Unione a tutela degli interesse anche italiani.