Apprendo dalla stampa che il ministero delle Politiche agricole avrebbe negato oggi una mia richiesta di semina di mais Ogm risalente al gennaio 2012. Ci sono voluti 16 mesi per decidere che nella primavera scorsa non avrei potuto seminare, è semplicemente sconcertante. Peraltro non ho ricevuto nessuna comunicazione, ed è incredibile che Coldiretti abbia accesso a questa informazione prima del diretto interessato”.

Così Silvano Dalla Libera, vicepresidente di Futuragra, commenta la notizia diffusa da Coldiretti secondo la quale la richiesta dell’azienda agricola Dalla Libera Silvano di messa in coltura di ibridi di mais geneticamente modificati del 30 gennaio 2012 è respinta.

Ad ogni modo desidero rassicurare il ministero sul fatto che per il 2013 non ho presentato nessuna richiesta di autorizzazione alla semina - aggiunge Dalla Libera -. Le sentenze del Consiglio di Stato e della Corte di Giustizia europea poi hanno chiarito che l'Italia non ha un potere autorizzativo in materia e che quindi non può opporsi alla coltivazione di Ogm regolarmente autorizzati dalla Commissione Ue e iscritti al Catalogo comune europeo”.

Soddisfatta per l'esito della vicenda Coldiretti.
La decisione è arrivata sulla base del Decreto interministeriale firmato dal ministro delle Politiche agricole Mario Catania, della Salute Renato Balduzzi e  dell’Ambiente, Corrado Clini, ai sensi del decreto legislativo 212 del 24/04/2011.

"Si tratta - sottolinea Coldiretti - di una scelta coerente con la necessità di scongiurare in Italia qualsiasi rischio di contaminazione che va fatta rispettare con decisione per salvaguardare una agricoltura da primato a livello internazionale per qualità, sicurezza ambientale ed alimentare. Non va dimenticato che, sulla base dell`indagine Coldiretti-Swg, quasi sette italiani su dieci considerano oggi gli Ogm meno salutari di quelli tradizionali. Con questa decisione il Governo rafforza la richiesta di sospensione d’urgenza dell’autorizzazione alla messa in coltura di sementi di Mais Mon810 in Italia e nel resto dell’Unione europea trasmessa alla Direzione generale salute e consumatori della Commissione europea, che apre la strada alla richiesta di applicare la clausola di salvaguardia per un’Italia libera da Ogm.