Si continua in questi giorni a discutere della direttiva Nitrati e delle difficoltà nella sua applicazione. Aver rinviato l'applicazione al 2014, in attesa di una revisione delle aree definite vulnerabili, è motivo di contenzioso con Bruxelles che già il 18 gennaio ha chiesto chiarimenti all'Italia.

 

Il dettaglio degli importi (in milioni di euro) che gli Stati dovranno restituire

Paese

Importo (al netto delle rettifiche)

Belgio

2,477

Bulgaria

0,023

Cipro

0,1

Danimarca

0,019

Finlandia

0,067

Francia

39,982

Germania

3,739

Grecia

8,936

Irlanda

0,625

Italia

73,609

Lituania

4,494

Malta

0,069

Paesi Bassi

0,689

Polonia

35,111

Regno Unito

123,799

Repubblica Ceca

11,013

Romania

15,461

Slovacchia

1,558

Slovenia

0,286

Spagna

61,705

Ungheria

9,291

Nella sua risposta inoltrata a Bruxelles a inizio febbraio, il nostro ministro all'Ambiente, Corrado Clini, ha tentato di motivare la decisione italiana e di spiegare le difficoltà per abrogare la decisione del rinvio a causa dello scioglimento anticipato del nostro Parlamento. Una risposta che a quanto denuncia Confagricoltura non è stata ritenuta soddisfacente dalla Commissione Europea.

 

La Ue rivuole i soldi

Come più volte ricordato da Agronotizie, le aree vulnerabili sono in gran parte comprese nella Pianura Padana e le Regioni maggiormente coinvolte, Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna e Veneto, si sono dette indisponibili a rinviare l'applicazione della direttiva Nitrati.

Sarà sufficiente ad evitare le sanzioni europee? Speriamolo, altrimenti ci vedremo aumentare il pur salato conto che già la Ue ci ha presentato in questi giorni chiedendo la restituzione di oltre 73 milioni di euro per inadempienze trascorse. E non giova ricordare che non siamo gli unici ai quali la Ue chiede la restituzione del “maltolto”, un problema che riguarda 21 dei 27 Paesi del sodalizio europeo, per un totale di 414 milioni di euro.

Le cifre contestate riguardano vari capitoli di spesa e si riferiscono nella maggior parte dei casi a lacune nei controlli dei pagamenti della Pac imputabili agl Stati membri. In dettaglio le cifre contestate all'Italia riguardano infrazioni alla condizionalità (48,095 milioni), lacune e frodi nella trasformazione degli agrumi (17,914 milioni), assenza e ritardi nei controlli incrociati con la banca dati degli animali (1,246 milioni), lacune nei criteri di riconoscimento (6,354 milioni). Somme che L'Italia dovrà restituire nelle casse di Bruxelles ed alle quali si spera di non dover aggiungere quelle per le inadempienze nell'attuare la direttiva Nitrati. Che, vogliamo ricordarlo, è vecchia di oltre venti anni. Il conto andrebbe presentato a chi, avendone responsabilità, ha lasciato passare inutilmente tanto tempo. Ma a pagare, inutile dirlo, saranno gli agricoltori e solo loro.