Dalle esperienze raccolte dal decimo Forum della Compagnia delle Opere Agroalimentare che si è svolto a Bologna e del quale parliamo in questo stesso numero di Agronotizie, sono emersi molti spunti su come rispondere alle difficoltà del momento. Difficoltà che sempre meno assomigliano ad una congiuntura destinata presto o tardi ad essere superata, per trasformarsi invece in un passaggio che lascerà dietro di sé trasformazioni strutturali. Cambiamenti forti in ogni segmento economico e in particolare nel mondo agroalimentare. E' dunque lecito chiedersi se il mondo politico saprà accompagnare quello produttivo in questa trasformazione. E' con questa domanda che il presidente della Compagnia delle Opere Agroalimentare, Camillo Gardini ha accolto al Forum il ministro per le Politiche agricole, Mario Catania. Che pur nel pacatezza dei toni che gli è congeniale, ha espresso forti critiche per la politica agricola condotta negli ultimi trenta anni. Molti dei ministri che si sono succeduti in questo ruolo, ha detto Catania, hanno interpretato il loro compito nell'interfacciarsi con Bruxelles, e non sempre con risultati eccellenti. Occorre, ha ribadito il ministro, una politica agricola nazionale perché molti temi (e ha ricordato fra gli altri quello della cementificazione) non possono essere delegati all'Unione europea. Poi ci sono ambiti, come l'organizzazione delle filiere, dove la politica può tracciare la strada, ma poi tocca agli operatori aggregare l'offerta e qui lamentiamo un'arretratezza storica e culturale difficile da colmare.

 

L'invincibile burocrazia

A chi chiedeva al ministro speranze per un alleggerimento all'oppressione burocratica che assilla anche l'agroalimentare, è giunta una risposta quasi sconsolata. Mentre la “qualità” della legislazione è andata progressivamente impoverendosi, ha detto il ministro, dobbiamo prendere atto che siamo di fronte ad un regionalismo irrisolto, dove regna più che altro il potere di interdizione. Conclusione, molta difficoltà nel decidere mentre tutti, o quasi tutti, sono in grado di bloccare le decisioni prese.

 

Dove andrà la Pac

Poi la riforma della Pac, altro grande capitolo affrontato dal ministro Catania nel rispondere alle domande che gli sono giunte dai partecipanti al Forum. Sulle scelte future pesa la decisione che sarà presa sul budget europeo dai capi di Stato. L'appuntamento è per il 7 e 8 febbraio e il nostro presidente del Consiglio, Mario Monti, in questa occasione sarà accompagnato dal ministro Catania. Ma poi bisognerà attendere alcuni mesi per la scrittura dei regolamenti applicativi, una parte delicata che si snoderà presumibilmente fino a giugno. Dunque un percorso che vedrà impegnato il nuovo Governo e “spero - ha detto Catania - ci sia un ministro che sappia di che cosa si parla.” Lo sperano in molti.