Il 2012 sarà ricordato, tra le altre cose, come l’anno più difficile per i consumi del secondo dopoguerra: l'indicatore dei consumi di Confcommercio (Icc) ha registrato in novembre una diminuzione del 2,9% in termini tendenziali ed una flessione dello 0,1% rispetto al mese precedente. La riduzione è la più elevata registrata dall’inizio delle serie storiche.

 

E il futuro non si promette roseo: la crisi è ancora ben presente all'interno del sistema economico. "Difficilmente la nostra economia, ed i consumi in particolare - nota Confcommercio - potranno cominciare a mostrare, nel breve periodo, segnali di un significativo miglioramento".

 

Preoccupate per il futuro, alle prese con disoccupazione, inflazione e tagli dei servizi, le famiglie italiane tirano i remi in barca e spendono il meno possibile. "L’unico segmento che continua a mostrare, nel confronto tendenziale, una dinamica positiva è quello relativo ai beni e servizi per le comunicazioni" riporta Confcommercio.

 

Tra le categorie di consumi prese in considerazione dall'indicatore tiene quella dedicata ad "alimentari, bevande e tabacchi", che mostra una moderata tendenza al recupero nella dinamica congiunturale. 

 

Copagri definisce "decisamente preoccupante" il trend negativo sul fronte dei consumi, auspicando "l'avvio di politiche attive finalizzate a restituire fiducia nelle famiglie e, di conseguenza, nuovo respiro a livello di consumi" come una concreta diminuzione della pressione fiscale per imprese e cittadini.

 

"Per rilanciare i mercati interni è necessario procedere ad una maggiore equità sociale - aggiunge Confeuro - Solo agendo con decisione verso una nuova rimodulazione del carico fiscale che esenti i meno abbienti e chieda maggiori sacrifici a chi ne ha la possibilità, si metteranno gli italiani nella condizione di aumentare il proprio potere di acquisto e quindi di far ripartire i consumi".