"La carenza idrica è un fenomeno preoccupante che riguarda almeno l'11% della popolazione europea ed il 15% del territorio dell'Ue. Anche a seguito dei cambiamenti climatici, pure le nazioni più avanzate e l'Italia dovranno investire nell'ottimizzazione dell'uso delle risorse idriche. Per l'agricoltura significa produrre di più, utilizzando meno acqua".

Lo ha detto il presidente di Confagricoltura Mario Guidi al convegno, promosso dalla sua organizzazione, su "Acqua e agricoltura", tenutosi oggi 4 dicembre a Roma.

 

"Molti mettono sul banco degli imputati l'agricoltura per la quale la risorsa idrica è uno strumento di produzione – ha rimarcato il presidente Guidi - Ci tengo a sottolineare con forza che il mio settore non spreca l'acqua, ma la usa per ottenere cibo, il bene primario assoluto. Comunque l'acqua impiegata nell'uso irriguo non fuoriesce dal ciclo idrologico naturale e, se non fosse prelevata per l'irrigazione, in alcuni periodi dell'anno finirebbe non utilizzata in mare". 

 

Oltre il 40% della produzione agricola si avvale dell'irrigazione, mentre il rapporto tra superficie irrigata e Sau è pari al 20%. "Per questo - ha detto Guidi - chiediamo una nuova politica di gestione dell'acqua in agricoltura che sia politicamente condivisa ed economicamente sostenibile, senza inaccettabili intenti  punitivi, come l'inasprimento della tariffe".

 

Un altro problema da affrontare è quello "di una rete di distribuzione colabrodo con quasi la metà dell'acqua disponibile (47%) che non giunge a destinazione e si disperde". L'impegno dovrà dunque essere quello di investire in ricerca e  innovazione per rendere efficiente la rete di adduzione. "Sarà importante il contributo delle Regioni, attraverso i piani di sviluppo rurale, delle Autorità di bacino e dei consorzi di bonifica" ha aggiunto Guidi.