"Il parere emesso dalla Corte di giustizia Ue il 12 luglio scorso, che sancisce che l'obbligo della iscrizione ufficiale obbligatoria di una varietà vegetale prima della sua commercializzazione, così come previsto dalle direttive sementiere, non viola i principi del libero esercizio di un'attività economica e della libera circolazione delle merci, e nemmeno interferisce con gli impegni presi per la tutela delle risorse fitogenetiche, è un'importante conferma della fondatezza legale della politica sementiera perseguita dalla Comunità negli ultimi decenni". Lo afferma Assosementi, l'Associazione italiana sementi, commentando il recente giudizio della Corte in merito al caso Associazione Kokopelli contro Graines Baumaux sas.

"Assosementi è particolarmente lieta di questa decisione, la quale" - sottolinea Paolo Marchesini, presidente di Assosementi - "ribadisce non solo la piena validità dell'asse portante della politica sementiera comunitaria e nazionale, l'identificazione ufficiale delle varietà e la loro iscrizione in un registro, ma avvalla indirettamente anche lo strumento della certificazione ufficiale dei prodotti sementieri per le specie agricole, quale garanzia nei confronti di utilizzatori e consumatori circa l'identità e la tracciabilità delle sementi impiegate".

Il parere preliminare della Corte di giustizia Ue della scorsa settimana, circa l'interpretazione del diritto o degli atti normativi dell'Unione, giunge nel merito di una causa avviata in Francia nel 2005, quando la società francese Graines Baumaux sas denunciò per concorrenza sleale l'associazione senza scopo di lucro Kokopelli dato che quest'ultima vendeva sementi cosiddette 'antiche' e appartenenti a varietà non ufficialmente iscritte né nel registro francese, né in quello comunitario.

"Confidiamo che le indicazioni della Corte possano ora accelerare e trovare conferma nella revisione del quadro normativo comunitario sui materiali da riproduzione, su cui la Commissione Ue è al lavoro dal 2008 e che la vede impegnata a presentare entro fine anno le proposte di modifica, così come ci auguriamo  -  tiene a precisare il presidente di Assosementi  - che il ministero delle Politiche agricole e il Parlamento si rendano conto dell'importanza del settore delle sementi ed eliminino, in relazione al recente DL n. 95/2012 che ha soppresso l'Inran e trasferito le sementi elette all'Ente nazionale risi, ogni forma di conflitto di interesse esistente".