"Raddoppiare la produzione agricola mondiale per soddisfare i bisogni di una popolazione che nel 2050 sarà di 9 miliardi di persone; aumentare gli investimenti per incrementare la produttività agricola nei paesi in via di sviluppo; individuare una strategia comune per limitare il drammatico impatto delle crisi alimentari; no a politiche neo-protezionistiche; regole certe per riequilibrare i mercati; priorità alla disponibilità e all'uso efficiente dell'acqua; adattare l'agricoltura ai mutamenti climatici; tutelare i redditi degli agricoltori".

Sono queste alcune delle priorità indicate dal presidente della Cia - Confederazione italiana agricoltori Giuseppe Politi nel corso dell'Assemblea generale dell'Organizzazione mondiale degli agricoltori (Oma), dove ha moderato oggi 7 giugno la seconda sessione sul tema 'Verso una popolazione mondiale di 9 miliardi di persone: preoccupazioni, politiche e strategie per garantire la sicurezza alimentare'.

Politi ha sottolineato l'importanza dell'agricoltura che, con uno sviluppo adeguato e consistente "può contribuire in maniera determinante alla lotta alla fame e alla povertà nel mondo", per poi aggiungere: "E' tempo di una svolta decisiva".

"Siamo convinti - ha detto ancora Politi nel corso dell'Assemblea Oma - che bisogna abolire i sussidi destinati a chi coltiva solo ed unicamente per le produzioni 'no food', per i biocarburanti, perché questi sottraggono risorse alimentari fondamentali. E', infatti, immorale che si aiutino produzioni del genere, mentre nel pianeta vi sono persone che non hanno nulla da mangiare". 

"La soluzione dei problemi alimentari dei Paesi in via di sviluppo richiede politiche nuove. Fino ad ora - ha affermato Politi - abbiamo assistito ad una notevole crescita di importazioni di prodotti agricoli in questi Paesi. In pratica, anziché favorire la modernizzazione dei sistemi agricoli locali, si è preferito optare per l'acquisto dall'estero. E' una politica sbagliata che va abbandonata. E' vero che davanti all'emergenza di milioni di persone che muoiono di fame occorre intervenire con aiuti; ma è altrettanto vero che bisogna cominciare a pensare in maniera diversa cercando di far crescere le agricolture di questi paesi attraverso ricerca e innovazione".

"Dobbiamo sostenere la ricerca ed i progetti di cooperazione tra i governi e le istituzioni scientifiche europee e dei Paesi in via di sviluppo. Dobbiamo, soprattutto, affrontare - ha concluso Politi - il rapporto tra agricoltura e scienza rifuggendo da posizioni ideologiche o da illusioni miracolistiche. Non mi convince l'idea che le colture Ogm siano la soluzione alla crisi alimentare. Questa idea nasconde, in realtà, la povertà di una visione strategica".