Quasi centomila ettari di terreno compresi tra Modena, Bologna, Ferrara e Mantova sono senza acqua a causa dei danni provocati dalle scosse di terremoto agli impianti idraulici che garantiscono la sicurezza del territorio.

E' quanto afferma la Coldiretti, sulla base delle analisi dell'Anbi, dalle quali si evidenzia che servono interventi per decine di milioni di euro nell'immediato per garantire l'irrigazione ed evitare che l'arrivo di forti piogge possa provocare alluvioni nelle campagne, ma anche nelle principali città emiliane. Il fenomeno della liquefazione delle sabbie che emergono dal terreno è solo l'effetto più evidente del disastro idrogeologico provocato dal doppio sisma del 20 e del 29 maggio: meno evidenti, ma altrettanto pericolosi sono i danni agli impianti idraulici e le frane che hanno ostruito alcuni alvei e pregiudicano il regolare deflusso delle acque.

Una prima conseguenza è stata la sospensione del servizio di irrigazione. E' necessario ripristinare immediatamente l'irrigazione per "per preservare, nell'emergenza, una delle agricolture più floride della Pianura padana: ortofrutta, viticoltura, riso, Parmigiano Reggiano in particolare i settori a rischio", come fa sapere Coldiretti. L'80 per cento della produzione di pere made in Italy si concentra proprio nell'area compresa tra la provincia di Modena, di Ferrara e una parte di Bologna: la raccolta è ora a rischio. 

Sono inagibili l'impianto irriguo modenese di Concordia (a servizio di 2.500 ettari a frutteto) e quello di Sabbioncello nel comune mantovano di Quingentole (a servizio di 18mila ettari vocati all'ortofrutta). A forte rischio di chiusura, per inagibilità, anche l'impianto Ubertosa, nel comune di Poggio Rusco (irriga 10mila ettari tra seminativi, frutteti e coltivazioni ortofrutticole) mentre è già sospesa l'irrigazione su un'area di 26mila ettari nel modenese (da Novi di Modena a Carpi e Campogalliano) dove, oltre alla frutticoltura ed alla produzione di Parmigiano Reggiano, sono presenti alcune risaie, secondo l'Anbi. 

Gravi danni anche agli impianti dei Consorzi di bonifica del territorio.