Si è svolta a Roma la celebrazione dei 25 anni di Assobiotec, l'Associazione nazionale per lo sviluppo delle biotecnologie che, con oltre 120 associati tra aziende e parchi scientifici e tecnologici, fa parte di Federchimica.
Nell'occasione, il presidente di Assobiotec, Alessandro Sidoli ha sottolineato quanto il biotech possa fare per rilanciare la competitività del sistema-Paese: "L'industria biotech è in grado di sostenere il rilancio del Paese, grazie alla sua capacità di produrre innovazione, impresa e occupazione. In Italia il settore, di per sé anticiclico, ha retto bene alla congiuntura economico-finanziaria internazionale, aumentando il fatturato e gli investimenti in ricerca, grazie ai quali abbiamo guadagnato un posizionamento internazionale di tutto rilievo, essendo il terzo Paese europeo per numero di imprese dedicate. Tutto questo rischia di essere bruciato a causa della totale mancanza in Italia, delle indispensabili misure di supporto per la ricerca e l'innovazione, inclusa la tutela del prodotto innovativo".
Il presidente di Assobiotec ha ricordato il potenziale del comparto biotecnologico, che vale già oggi, a livello mondiale, lo 0,4% -1,1% del Pil (Ernst&Young 2010), ed è cresciuto in media dell'11% negli ultimi 3 anni. Il dato più rilevante, però, è l'impatto che il settore può avere sul Pil, 18%, e sull'occupazione, 9% (dati Cresit).
Alessandro Sidoli ha infine illustrato le misure che, secondo Assobiotec, servirebbero per costruire un ambiente strutturato in modo da accompagnare le imprese nel loro percorso di crescita e quando sono sul mercato.
Per quanto riguarda il capitolo dei finanziamenti, servono procedure trasparenti di valutazione ex-ante ed ex-post. Per la ricerca pubblica e privata occorre adottare subito le linee guida europee sul peer review e implementare rigorose e snelle procedure, eliminando l'eccesso di burocrazia.
In secondo luogo è essenziale riconoscere lo status di Piccola impresa innovativa, la Pmi che 'vive' di investimenti in ricerca e sviluppo e costituisce il motore trainante del processo di innovazione e della sua trasformazione in prodotto. Questa, come avviene nel resto d'Europa, va aiutata con credito di imposta – stabile, certo, senza meccanismi di prenotazione che cancellano il merito – deduzione degli investimenti e delle spese per la ricerca, riportabilità illimitata delle perdite fiscali negli esercizi futuri, agevolazioni fiscali per favorire investimenti finanziari. Anche qui sono necessarie regole definite nel tempo, procedure amministrative efficienti e, inoltre, specifici fondi nazionali per i settori trainanti per supportare la crescita delle piccole imprese.
Infine, va garantita tutela al prodotto innovativo: rafforzare la capacità innovativa del nostro Paese significa anche riconoscere il valore dei prodotti quando arrivano sul mercato. Non si può ignorare che la capacità delle nostre imprese di investire in ricerca si tutela anche garantendo loro la possibilità di avere adeguati ritorni sui prodotti che sviluppano.
Nell'ambito dell'evento è stato consegnato lo speciale Assobiotec Award – istituito da Assobiotec nel 2008 per dare un riconoscimento alle personalità e agli enti che si sono particolarmente distinti nella promozione dell'innovazione, della ricerca scientifica e del trasferimento tecnologico nel settore delle biotecnologie – a Renato Ugo, presidente fondatore di Assobiotec, per il contributo dato negli anni '80 e '90 al sostegno dello sviluppo nei laboratori industriali, oltre che nell'insegnamento accademico delle biotecnologie, e per la sua pionieristica attività come primo presidente fondatore.
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Fonte: Federchimica