Secondo le stime dell’Onu, la popolazione mondiale ha raggiunto il numero di 7 miliardi di persone. Un dato allarmante, se si pensa che soltanto nel 1999 la popolazione del pianeta era di 6 miliardi: ci sono voluti soltanto 12 anni per incrementare la popolazione di 1 miliardo e, secondo le previsioni, tra circa 14 anni toccheremo quota 8 miliardi. Come potrà il mondo soddisfare i bisogni di una popolazione mondiale sempre più in crescita?

“L’aumento della popolazione mondiale ci pone una domanda fondamentale: riusciremo a produrre cibo a sufficienza per tutti? – ha dichiarato  l’oncologo Umberto Veronesi - Il problema inoltre non riguarda solo la produzione del cibo, ma anche la sua distribuzione: oggi 1 miliardo di persone su 7 muore di fame mentre un altro miliardo è sovra nutrito. Soltanto un approccio scientifico aperto a tutte le conoscenze oggi a disposizione, ci permetterà di vincere la sfida degli squilibri alimentari che affliggono l’umanità”. 

La rapida crescita della popolazione mondiale, come evidenzia il recente Rapporto dell'Unfpa, Fondo delle Nazioni unite per la popolazione, è un fenomeno recente. Basti pensare che circa 2.000 anni fa il mondo era abitato da 300 milioni di esseri umani e che ci sono voluti più di 1.600 anni perché quella cifra raddoppiasse. Oggi la popolazione mondiale conta ben 6 miliardi di persone in più rispetto al 1800 e l’incremento demografico sta proseguendo a ritmi vertiginosi.

Se nei Paesi occidentali si osserva un inesorabile invecchiamento della popolazione, con gli over 65 che ormai superano gli under 15, nei Paesi in via di sviluppo la situazione è molto diversa. 

Il 55% delle nuove nascite avviene in Asia, il 25% in Africa e l’8% in America Latina. Secondo le rilevazioni delle nascite tra il 2005 e il 2010, un bambino su cinque nasce in India, che presto supererà la Cina come paese più popoloso al mondo. L’Europa detiene solo il 5,9% delle nascite, Stati Uniti e Canada il 3,4% e l’Italia appena lo 0,4%. 

I nuovi nati dovranno rinunciare a uno stile di vita basato sugli standard occidentali, oppure saranno europei e americani a tornare a un tenore di vita più semplice? Una cosa è certa: agricoltura e innovazione avranno il compito decisivo di trovare una risposta a questa difficile domanda.