Più di 500 aziende agricole, per una superficie di 6.500 ettari. Con l'aggiunta di 120 realtà produttive coinvolte nei processi di lavorazione e di packaging. Sono i numeri della filiera italiana degli ortaggi di IV gamma, il cui giro d'affari complessivo ha raggiunto, lo scorso anno, la soglia degli 800 milioni di euro. Un importo destinato ad aumentare ancora a un ritmo sostenuto, in previsione di un balzo in avanti nel 2011 del 12% che porterebbe il fatturato a circa 900 milioni.

L'analisi completa dei dati Ismea verrà illustrata dall'Istituto nell'ambito del convegno 'La IV gamma categoria di riferimento nel rilancio del reparto ortofrutta' in programma venerdì 7 ottobre alle 14.30 a Macfrut (Cesena 5/7 ottobre 2011) in Sala Europa.
Si tratta di dati indicativi delle potenzialità di un segmento che, seppure complementare al più ampio sistema orticolo nazionale, è apparso in grado di intercettare le preferenze d'acquisto degli italiani. Il consumo di ortaggi di IV gamma, ossia di verdure fresche, pulite, tagliate e confezionate, ben si coniuga con le esigenze e gli stili di vita moderni. I segreti del successo sono l'elevato contenuto di servizio e la praticità d'uso che hanno fatto impennare i consumi in questi ultimi anni e accettare prezzi decisamente più elevati rispetto al fresco tradizionale.

Un vero e proprio boom, sottolinea l'indagine dell'Istituto, che trova conferma nell'incremento del 380% delle quantità acquistate dalle famiglie italiane nell'ultimo decennio (i volumi in sostanza sono aumentati di quasi 5 volte). Un risultato che appare tra l'altro in controtendenza con l'andamento stagnante della domanda di ortaggi freschi e con il trend negativo rilevato nello stesso periodo per il comparto delle conserve.
Dai dati dei primi sette mesi del 2011 emerge, per la IV gamma, un ulteriore aumento degli acquisti domestici del 7% in quantità e del 10% in valore, grazie in particolare al contributo delle insalate miste (+15% in volume +20% in termini monetari). Altro punto di forza del segmento è la forte integrazione verticale tra fase agricola e industriale, che permette una più equa distribuzione del valore lungo l'intera filiera produttiva e che ha riflessi anche sulle performance economico-finanziarie delle aziende.

Dall'analisi dei bilanci di un cluster di imprese del settore orticolo emergono infatti - rileva ancora l'Ismea nella sua analisi - risultati migliori per le aziende che producono e commercializzano prodotti di IV gamma e soprattutto una maggiore solidità finanziaria. I dati dicono che tra il 2005 e il 2009 le imprese hanno aumentato di quasi il 40% il loro fatturato. L'ultima crisi non ha comunque risparmiato il comparto, determinando nel 2009 una drastica flessione dei profitti, come si evince dall'indice di redditività, Roi, scivolato per la prima volta in cinque anni, in terreno negativo, -1%. Un risultato ribaltato però nel 2010, grazie a un netto recupero dei margini. Nel settore orticolo, infine, quello della IV gamma è il comparto che registra il maggior valore aggiunto. In rapporto al fatturato l'incidenza tocca, infatti, il 14%, quasi il doppio rispetto all'8% rilevato per gli ortaggi nel loro complesso.

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