"Un Mezzogiorno in recessione, che continua a crescere meno del Centro-Nord, dove lavora ufficialmente meno di un giovane su tre e dove il tasso di disoccupazione reale sarebbe del 25%. Un'area a rischio 'tsunami demografico', in cui nel 2050 gli over 75 cresceranno di dieci punti percentuali. Serve un nuovo progetto Paese per il Sud, per puntare sui settori più innovativi, come la geotermia, le altre rinnovabili, e le filiere territoriali logistiche". 

Lo rileva la Svimez, Associazione per lo sviluppo dell'industria nel Mezzogiorno nel Rapporto 2011 sull'economia del Mezzogiorno, presentato a Roma. 

Per quanto riguarda il prodotto interno lordo la Svimez rende noto che nel 2010 è aumentato nel Mezzogiorno dello 0,2%, in decisa controtendenza rispetto al -4,5% del 2009, ma distante di un punto e mezzo percentuale dalla performance del Centro-Nord (+1,7%). 

Nel Sud cresce la domanda di lavoro in agricoltura (+2%), dopo la forte flessione del 2009 (-5,8%), con un 'boom' in Calabria e Abruzzo, superiore al 10%. 

Gli occupati in agricoltura sono cresciuti di 16.500 unità, di cui 8.400 al Centro-Nord e 8.100 al Sud (con una forbice compresa tra +5.800 in Calabria e -4.900 in Sardegna). 

Nel Rapporto non manca un riferimento alla manovra finanziaria 2011, che, sottolinea la Svimez, insieme a quella del 2010, dovrebbe pesare in termini di quota sul Pil 6,4 punti al Sud (di cui 1,1 punti nel 2011, ben 3,2 punti nel 2012, 2,1 nel 2013) e 4,8 punti nel Nord (1 nel 2011, 2,4 nel 2102, 1,4 nel 2013), con il Sud che contribuirebbe in maniera maggiore all'azzeramento del deficit, pari nel 2010 al 4,5% del Pil nazionale.