Le indicazioni di Confagricoltura per rafforzare la competitività delle imprese e dare impulso alla loro crescita sono state al centro della relazione del presidente Mario Guidi che, alla presenza del ministro delle Politiche agricole Saverio Romano, ha aperto la parte pubblica l'Assemblea della confederazione. 

Guidi ha affermato che una delle criticità manifestatesi nel lungo periodo è la frammentarietà dell'azione di 'lobby', annunciando una sua visita a Palazzo Rospigliosi, sede della Coldiretti, per verificare la possibilità di lavorare insieme nell'interesse delle imprese al di là del colore. 

Guidi ha sottolineato che Confagricoltura ha bisogno di politica di alto livello, che difenda, fra l'altro, la libertà d'impresa. 

"Occorre creare il più possibile quelle precondizioni perché le imprese aumentino la loro presenza sui mercati, accrescano la produzione e la produttività, riducano i costi diretti ed indiretti, anche quelli legati alla burocrazia ed ai tanti rigidi vincoli normativi, siano facilitate nell'introduzione di innovazioni di prodotto e di processo". 

Guidi ha ricordato che uno studio di Confagricoltura aveva calcolato in oltre 100 giornate l'anno questo onere. Una cifra che "ora probabilmente è da ricalcolare in aumento" ha sottolineato Guidi, citando come esempio il nuovo sistema di rintracciabilità dei rifiuti. 

"Si è troppo sovente pensato - ha aggiunto - di dover orientare con le norme l'attività del fare impresa e influenzare le scelte che spettano invece al solo imprenditore. Inquadrare le attività, anche quelle nuove, come la produzione di energia da fonti rinnovabili, va bene, ma non deve prevalere il dirigismo, creando e poi mettendo a rischio con un tratto di penna intere filiere. Senza tenere conto, ancora una volta, della competitività e dei rapporti con i concorrenti degli altri Paesi". 

Queste considerazioni, guidi le ha applicate al "fronte delle biotecnologie dove si è chiusa del tutto la porta ad una importante innovazione e anche alla sua sperimentazione, mettendo una seria ipoteca sulla nostra competitività come sistema Paese. Si sono poi ridimensionati - ha continuato - alcuni strumenti della politica comunitaria, che è stata più che altro 'neutralizzata' nei suoi effetti sui mercati più che nella dotazione finanziaria. Occorre qui un maggiore sforzo comune per entrare nel vivo del negoziato a Bruxelles che sta disegnando la Pac per il post 2013". 

Il presidente ha citato in primo luogo la necessità di fare il punto su Agea e organismi pagatori regionali, perché attualmente siamo di fronte a un sistema che "funziona a due velocità sul territorio nazionale con un federalismo incompiuto che certo non giova e soprattutto con meccanismi amministrativi gestionali basati sull'informatica che ancora non sono del tutto a regime". 

Guidi ha poi rilevato come, a fronte del tempo speso nel disciplinare la vendita diretta e nel varare una legge sull'etichettatura di origine, manchino a tutt'oggi "una disciplina della contrattazione e delle pratiche commerciali auspicabili con la Gdo" e "strumenti di promozione dell'internazionalizzazione funzionali alle esigenze delle imprese". Guidi ha infine fatto riferimento a problemi più specifici.

"C'è infine - ha concluso il presidente di Confagricoltura - l'annosa questione delle quote latte, di cui occorrerà, una buona volta, scrivere la parola 'fine' facendo prevalere i principi di legalità e di etica imprenditoriale".