Il forte e repentino abbassamento delle temperature ha messo in allarme le campagne e le coltivazioni invernali in campo come cavoli, verze, cicorie, radicchio, broccoli e carciofi. La Coldiretti stima che l'ondata di maltempo stagionale anomala è già costata dieci milioni di euro di danni alle campagne.

Se il periodo di gran freddo si prolungherà, continua la confederazione, con temperature rigide, al di sotto delle medie stagionali, saranno in pericolo anche gli alberi da frutta. Le intense precipitazioni, aggiunge la Coldiretti, che hanno accompagnato la nuova ondata di maltempo, hanno fatto salire, secondo un monitoraggio effettuato dalla confederazione, il livello idrometrico del fiume po di ulteriori due metri in solo giorno. Lo stato del principale fiume italiano è significativo della situazione degli altri corsi d'acqua. 

"L'autunno 2010 che si è appena chiuso - ricorda la Coldiretti - è stato il più bagnato dell'ultimo decennio con un aumento di precipitazioni del 22% rispetto alla media, sulla base dei dati dell'Isac, Istituto di scienze dell'atmosfera e del clima del Cnr di Bologna relativi alla differenze relative al periodo di riferimento 1970-2010".

Gelo, zootecnia e ortofrutticoltura a rischio

"L'agricoltura italiana, che ancora fa i conti dell'ondata di maltempo di novembre, con allagamenti, smottamenti e danni a strutture e attrezzature, si prepara all'annunciata gelata di fine anno". Lo sottolinea la Cia-Confederazione italiana agricoltori che spiega che tra i produttori c'è molta preoccupazione, perché un freddo eccessivo è sinonimo di perdite e disagi: maggiori costi per riscaldare le serre, prodotti orticoli persi, difficoltà nelle consegne e per l'approvvigionamento mangimistico per gli allevamenti. 

I settori zootecnico e ortofrutticolo sono i più interessati da questi disagi; qualora le temperature andassero troppo sotto lo zero e le precipitazioni nevose superassero i canoni dell'ordinario, per le aziende ci sarebbero ricadute dirette sui costi di gestione e sulla produttività. 

"Se la morsa del gelo - conclude la Cia - non dovesse allentarsi, diventerebbe problematica anche la corretta distribuzione degli alimentari freschi, come il latte".