La Commissione Agricoltura della Camera ha approvato il ddl sul'etichettatura che passa all’esame dell’aula di Montecitorio il 28 settembre. Confagricoltura guarda con estrema attenzione al provvedimento anche se ritiene che la strada da perseguire resti sempre quella di una norma europea applicata senza discriminazioni a tutti gli operatori dell’Ue, compresi quelli che esportano prodotti alimentari sul nostro mercato.
“Siamo a favore di un’etichettatura di origine trasparente e completa ma siamo nel mercato unico e non dobbiamo mai dimenticarcelo – commenta Confagricoltura – Ogni fuga in avanti rischia di essere dannosa per i nostri produttori, specie su certi aspetti che pure sono stati toccati dal disegno di legge in via di approvazione e che saranno oggetto delle successive norme applicative”.
Ad esempio:
- il concetto di “prevalenza” della materia prima che attribuisce l’origine ad un prodotto trasformato e che rischia di favorire l’importazione di materie prime dall’estero;
- la nozione di “ultima trasformazione sostanziale”, che può fuorviare il consumatore sulla reale origine della materia prima;
- l’esclusione di alcune produzioni, rinviata a successivi decreti, che consentirà un certo margine di flessibilità ma anche il rischio di vedere escluse dal provvedimento alcune produzioni strategiche;
Infine, riguardo la presenza di Ogm, è pure tecnicamente da valutare l’impatto della norma in merito ad alcuni aspetti applicativi tra cui il riferimento ai soli "ingredienti” dei prodotti alimentari;
In poche parole, Confagricoltura si attende ora in aula un esame attento e particolareggiato del provvedimento e delle possibili conseguenze che esso potrà avere per il settore. Con un occhio a Bruxelles per quanto riguarda l’ammissibilità della norma nonché la coerenza rispetto al quadro giuridico comunitario.
Proprio sulle iniziative comunitarie Confagricoltura sostiene il ministro Galan che, nel Consiglio agricolo Ue del 27 settembre, è intenzionato a chiedere che venga introdotta una norme di commercializzazione per il pomodoro trasformato che includa anche l'origine in etichetta.
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Fonte: Confagricoltura