Commentando il messaggio della Cei per la Giornata del ringraziamento, il ministro delle Politiche agricole Giancarlo Galan ha dichiarato: “Il messaggio per la Giornata del ringraziamento, diffuso dalla Cei in vista dell’appuntamento del 14 novembre, analizza e approfondisce tutti i punti, soprattutto quelli dolenti, che rendono il lavoro in agricoltura ‘impegnativo e faticoso’ e, io aggiungo, spesso anche assai poco remunerativo. In agricoltura, inoltre, troppe le morti sul lavoro e ancora scandalosamente troppo frequenti i fenomeni di uno sfruttamento dell’uomo, che ognuno di noi ha l’obbligo morale di ritenere inaccettabile in una società, che vuole dirsi democratica e giusta. In ogni caso, è nel mio impegno di ministro delle politiche agricole contribuire a trasformare in realtà sempre e ovunque 'la qualità' del cibo, l’accoglienza, la solidarietà, la condivisione della fatica nel lavoro'. Insomma - conclude il ministro - una vera civiltà agricola non può che essere il terreno privilegiato di una civiltà dell’uomo nobilitata dal rispetto più convinto e sincero dei valori contenuti nel documento Cei”.

Fedagri, più dignità ai lavoratori stranieri

“Le cooperative agricole e agroalimentari di Fedagri rappresentano un reale luogo di integrazione e di inclusione sociale, lontano da ogni forma di sfruttamento, tant’è che gli immigrati impiegati come forza lavoro crescono di anno in anno. Nel 2009 gli occupati provenienti da Paesi extra Ue hanno raggiunto un totale di 8.297 unità, pari al 13,6% del totale della forza lavoro. Si tratta di una manodopera specializzata e non stagionale che lavora stabilmente all’interno delle nostre cooperative”. 

Così il presidente di Fedagri Maurizio Gardini commenta il messaggio per la giornata del ringraziamento dei vescovi della commissione Cei e la loro richiesta di dare più ‘spazio di dignità’ a ‘tutti coloro che lavorano nel mondo rurale, in particolare i braccianti, soprattutto se provengono dall'estero, spesso ancora vittime dello sfruttamento e dell'emarginazione’. 

In tutto il sistema Confcooperative, l’incidenza degli occupati extra Ue è pari al 12, 3% della forza lavoro occupata. La quota complessiva di stranieri impiegati sale invece al 18%.