Favorire la nascita di nuove imprese gestite da giovani, ma anche consolidare quelle esistenti con misure nazionali e comunitarie per favorire il ricambio generazionale in agricoltura. Sono queste le priorità ribadite dal neo presidente dei giovani di Confagricoltura, Nicola Motolese, nel corso  dell’audizione in Commissione agricoltura del Senato nel corso della quale hanno illustrato le loro posizioni anche Cia e Copagri.

“L’età media degli agricoltori italiani continua ad alzarsi - ha spiegato Motolese -. Nel 2005 per ogni imprenditore agricolo under 35 ce ne erano 11 con più di 65 anni di età. Nel 2007 sono diventati 13. Occorrono interventi per favorire l’ingresso di giovani nel settore. L’impresa gestita da giovani agricoltori ha una prospettiva di medio lungo termine e ha bisogno di un quadro stabile e di politiche lungimiranti, più che di politiche piccolo cabotaggio e di breve periodo”.

Quattro le proposte dell’Anga. "In primo luogo - ha specificato Motolese - è opportuno ribadire che debbono esistere due diverse politiche per i giovani in agricoltura. In passato si è puntato sulla nascita di nuove imprese agricole gestite da giovani. Questo è un obiettivo prioritario, visto anche l’elevato tasso di senilizzazione dell’imprenditoria agricola nazionale. Ma è anche essenziale puntare a consolidare le imprese agricole già oggi gestite da giovani":
Nel 2005 si contavano 11 imprenditori di più di 65 anni per ogni imprenditore agricolo under 35. L’indagine Istat-Eurostat del 2007 mostra che questo rapporto è peggiorato, salendo quasi a 13.

"Per incentivare i giovani - prosegue Motolese - si potrebbero legare queste due misure e dotare la misura di prepensionamento di maggiori risorse. Per il periodo 2007-2013 le regioni italiane hanno allocato 32 milioni per il prepensionamento (tra spesa Ue e cofinanziamento nazionale) e 411 milioni per l’insediamento dei giovani; praticamente 13 volte tanto. In seconda battuta si potrebbero collegare, sia al primo insediamento sia a quella del prepensionamento, le misure previste dalla normativa italiana per il subentro rendendole ancora più appetibili con altre agevolazioni nazionali". 
L’Anga ha individuato almeno due vie per migliorare l’adozione e lo sviluppo di nuove tecnologie in agricoltura. La prima, intensificare il rapporto tra chi fa ricerca e sviluppa innovazione per le imprese. Occorre a tale fine instaurare e sviluppare un circolo virtuoso del sapere che parta dal fabbisogno dell’imprenditore che deve essere trasferito a chi fa ricerca pura ed applicata ed a chi sviluppa tecnologia. La seconda, varare uno strumento di incentivazione, tramite credito d’imposta.

Sempre in tema di giovani, Agia, l'Associazione giovani imprenditori agricoli della Cia ha illustrato il 'Progetto giovani' e il documento programmatico della terza assemblea elettiva del febbraio scorso.
E’ stata la presidente  Gianfranca Pirisi a mettere in evidenza sia le nuove difficoltà che le peculiarità del mondo dell’imprenditoria giovanile in agricoltura nell’attuale momento di crisi e ad avanzare una serie di proposte per un rilancio del settore.

"L’Europa - ha rilevato Pirisi - attribuisce grande attenzione alla partecipazione dei giovani alla politica agricola e non. Ne è la prova il coinvolgimento di tutte le rappresentanze giovanili a livello europeo sulla discussione sulla Pac post 2013. Un meccanismo, quello della condivisione, ulteriormente sancito dall’applicazione del trattato di Lisbona".
Per questa ragione, l’Agia-Cia ha chiesto che, come avviene in Europa, anche in Italia venga posta la stessa attenzione nel coinvolgimento dei giovani.

"L’attuale situazione economica - ha ricordato Pirisi - ha influito negativamente sui redditi degli agricoltori, ma ha costituito un ulteriore ostacolo per i giovani imprenditori agricoli e alla stessa volontà di fare impresa in agricoltura".

Riguardo alla tematica fisco, l’Agia-Cia ha ribadito che devono essere privilegiati gli imprenditori agricoli professionali con la diminuzione dell’Iva e dell’accisa sul gasolio, con la fiscalizzazione degli oneri sociali per la mano d’opera assunta da giovani imprese, con l'esenzione dal pagamento dei contributi Inps nella fase di primo insediamento.

In merito, invece, al credito è stato sollecitato di conoscere come si concretizzerà operativamente, da parte di Ismea, la misura relativa che impegna 3 milioni di euro del Fondo per l’imprenditorialità giovanile in agricoltura per l’anno 2009 (di cui 2 milioni di euro per uno specifico fondo di garanzia dedicato ai giovani imprenditori agricoli e 1 milione di euro ad abbattimento dei costi per la garanzia).

"Creare le condizioni per passare dall'azienda all'impresa - questa la tesi di Copagri sostenuta durante l'audizione - a maggior ragione in una fase economica critica in cui molte problematiche sono riconducibili alla difficoltà di accedere al sistema creditizio per gli alti costi dei capitali necessari ad avviare l'attività".
Copagri propone di utilizzare la leva fiscale e contributiva per i primi 5 anni  dall'insediamento,  razionalizzare l'accesso al fattore produttivo-terra; creare le condizioni per un effettivo collegamento  tra la nostra produzione agricola e il mercato.