Saldo commerciale in passivo per l'agroalimentare italiano. Secondo i dati diffusi da Ismea nell'ultimo numero di Tendenze, trimestrale di analisi e previsioni sull'agroalimentare, aumenta dell'1,4% l'export agroalimentare nel primo trimestre 2010, a fronte di un più 4% del valore delle importazioni.

Nel 2009 la bilancia commerciale del settore aveva registrato un disavanzo di 6,5 miliardi di euro, in miglioramento rispetto al 2008 (-8,4%). Con le importazioni in calo più accentuato sul fronte degli introiti (-5,5%) rispetto alle esportazioni (-4,7%), come conseguenza del netto ribasso dei valori medi unitari.

In riferimento allo stesso periodo dell'anno, l'aggregato made in Italy ha visto una flessione dei quantitativi esportati (-1,4%) risultata più marcata in termini monetari (-5,2%), portando a un peggioramento dell'attivo dell'aggregato.

Analizzando le voci più rappresentative, il vino ha registrato un consistente incremento dei volumi consegnati oltre i confini nazionali, stabilendo con 19,2 milioni di ettolitri, il miglior risultato degli ultimi venti anni. Tale aumento non si è però tradotto in maggiori introiti. Nel 2009, infatti, il comparto ha visto ridurre le sue entrate del 3,7% rispetto all'anno precedente.

Brusca battuta d'arresto per le esportazioni di frutta fresca che hanno subito un flessione degli introiti del 18%, solo in parte compensati dall'incremento dei volumi (+1,5%). Anche la pasta perde l'8,8% dell'export in valore a fronte di un + 2,8% in quantità.

In aumento, invece, gli introiti per legumi e ortaggi in scatola, formaggi e latticini, prodotti della panetteria e biscotteria, carni preparate e salumi, rispetto ai quali l'aumento dei quantitativi esportati risulta però limitato agli aggregati formaggi e latticini e carni preparate e salumi.

Per quanto riguarda infine l'olio, il 2009, nonostante una performance dell'export poco brillante (-13% in valore; - 3% in quantità) si è chiuso con una bilancia commerciale in attivo, per la prima volta dopo nove anni. 

Prezzi agricoli
Nel mese di aprile 2010 l'indice dei prezzi alla produzione dei prodotti agricoli (calcolato in base 2000=100) è stato pari a 107,3, con un meno 0,6% rispetto a marzo 2010 e del 4,5% rispetto allo stesso periodo del 2009.

Su base mensile l'Ismea rileva un calo dello 0,6% per il totale delle coltivazioni e dell'1,1% per il comparto zootecnico, mentre il confronto con aprile 2009 evidenzia una flessione marcata per le coltivazioni (-9,3%) a fronte di un recupero dello zootecnico (+1,4%).

Nella categoria delle coltivazioni i cali congiunturali più significativi hanno interessato la frutta fresca e secca (-7,5%) e le coltivazioni industriali (-3%). Prezzi in flessione rispetto a marzo anche per gli ortaggi e legumi (-2,7%) e l'olio d'oliva (-1,1%), mentre i cereali registrano una variazione positiva del 2,1% e i vini dello 0,3%. Invariato l'indice per i tabacchi.

Il confronto con aprile 2009 rivela variazioni al rialzo solo per l'olio d'oliva (+11%), mentre gli altri settori accusano ribassi anche importanti. La frutta, in particolare, cede il 28,8%, a seguire i tabacchi (-8,8%), le colture industriali (-7%), i cereali (-5,1%), gli ortaggi ( -4,4%) e i vini ( -3,9%).