'Un sesto della popolazione mondiale soffre la fame, certo la crisi globale è stata parziale causa dell’aumento delle persone denutrite al mondo ma non è la sola. Invito i Governi a concentrarsi sull’agricoltura, a investire su di essa, e a designare politiche atte ad assicurare che in futuro ci sia cibo sufficiente per tutti. Lo stesso Benedetto XVI ha oggi evidenziato il valore del lavoro agricolo come componente integrale dell’attività economica, e ha sottolineato che l’agricoltura deve poter disporre di un sufficiente livello di investimenti e risorse'.
Queste le parole del ministro al Mipaaf Luca Zaia nel commentare la Giornata Mondiale dell’Alimentazione che si celebra oggi un evento organizzato dalla Fao per commemorare l'anniversario della sua fondazione, avvenuta il 16 ottobre 1945.
'Non è vero che non si può fare nulla, il mondo non può restare a guardare', ha continuato il ministro, 'disponiamo di mezzi tecnologici e di strumenti finanziari che permetterebbero la risoluzione dei problemi, oltre che di mezzi politici'.
'Ognuno si dovrebbe prendere le proprie responsabilità al riguardo a cominciare dalla parte più fortunata dell’umanità e dagli organismi internazionali tutti: sia quelli che hanno come scopo primo proprio quello di sradicare la fame nel mondo che quelli che si occupano comunque di facilitare il dialogo e il confronto tra le nazioni. La prima libertà è quella dal bisogno e dobbiamo lavorare ancora più duramente per fa si che gli aiuti che diamo ai Paesi in via di sviluppo arrivino lì dove c’è bisogno; assicurando che ogni singolo contadino, pescatore o allevatore riceva l’aiuto di cui necessita per uscire dal suo stato di necessità'.
'Ricordo che è compito di tutti fare in modo che il problema della fame nel mondo venga risolto. Lo scorso Aprile', ha continuato Zaia, 'in conclusione del primo G8 agricolo, io ed i miei colleghi ministri dell’Agricoltura, abbiamo concordato sull’urgente bisogno di aiutare i Paesi in via di sviluppo e i Paesi in economia emergente ad espandere la propria produzione agricola e alimentare e ad aumentare gli investimenti, sia pubblici che privati, in agricoltura, nell'agri-business e nello sviluppo rurale'.
'Altro punto fermo che è uscito dal G8 agricolo', ha concluso il ministro, 'è la necessità di investire in politiche atte a ridurre gli sprechi e le perdite che avvengono lungo le filiere alimentari. Se un cibo deve percorrere 5.000 km prima di arrivare sulla tavola è ovvio che il suo prezzo risulterà centuplicato rispetto all’origine: oltre che produrre inquinamento questo passaggio crea due risultati parallelamente negativi. Da un lato abbiamo i produttori che non guadagnano abbastanza, dall’altro i consumatori non riescono a comprare il cibo a causa dell’alto costo: accorciare la filiera ovvierebbe a questi problemi. Vorrei concludere che per tutti questi motivi non ci vuole meno agricoltura ma un’agricoltura che produca di più'.