Per non morire spagnoli i produttori olivicoli italiani puntano sull’alta qualità del prodotto simbolo del made in Italy: l’olio extra vergine di oliva diversamente tipico perché esclusivamente italiano. E mentre in Europa si fa strada la strategia di abbassare gli standard qualitativi dell’extravergine per elevare al rango superiore oli di categoria inferiore, l’Italia che produce qualità diverse legate ai mille territori, corre ai ripari. L’obiettivo è tutelare l’eccellenza del sistema produttivo, frutto della diversità di un territorio continuamente discontinuo.

L’idea progetto dell’alta qualità esiste già ed è quella che fa capo al programma europeo di tracciabilità Unaprol – Consorzio olivicolo italiano. Una fitta rete di legami a livello territoriale che permette di monitorare la quantità e la qualità della produzione. E che ora attraverso un sistema di sei mila aziende olivicole monitorate e 400 filiere tracciate rappresenta la solida base di questo nuovo ed ambizioso progetto: IOO%, italian olive oil.
E’ il nuovo marchio dell’olio extra vergine di oliva di alta qualità italiana legato al territorio, alle tipicità del sistema olivicolo che sarà gestito dalla nuova società consortile di filiera, IOO%, costituita da Unaprol, da cooperative, associazioni olivicole e assaggiatori professionisti; frantoiani dell’Aifo e del For, imprese di confezionamento e Gdo, mondo accademico, industrie di tecnologia olearia ed istituzioni. L’iniziativa è stata presentata a Verona al convegno inaugurale di Sol con la collaborazione di Veronafiere che con Unaprol condivide un ambizioso progetto di internazionalizzazione dell’olio di qualità italiano in tutto il mondo.
“Di fronte ad un mercato in cui i prezzi continuano a scendere fino ad arrivare ad un appiattimento tale per cui il prezzo dell’extra vergine è di poco superiore a quello del lampante – afferma Massimo Gargano - Unaprol rilancia l’iniziativa di tutelare l’olio extra vergine di oliva 100% italiano di alta qualità posizionandolo su una fascia di mercato più elevata, perché qualitativamente superiore”.