Il caro-mangimi non è una strada senza uscita. Contenere i bilanci delle aziende zootecniche, anche sul versante dell'alimentazione animale, non è affatto impossibile. È questo il messaggio emerso dal convegno di questa mattina, dal titolo: 'Gli allevatori fanno i conti con il caro-mangimi'. Ne hanno parlato al Centro Fiera del Garda di Montichiari, in occasione dell'80° Fiera agricola zootecnica italiana, il prof. Giulio Zucchi, direttore del Dipartimento protezione e valorizzazione degli alimenti dell'Università di Bologna, Stefano Cozzani, responsabile tecnico settore Zootecnico del Calv - Consorzio agrario Lombardo Veneto) e Alessandro Fantini specialista in Dairy Science. A moderare la tavola rotonda ha pensato Giovanni De Luca, caporedattore de 'L'Allevatore magazine'. Insomma, a quanto pare gli allevatori possono tirare un sospiro di sollievo ed invertire la rotta delle spese di cassa per la voce 'alimentazione zootecnica'. E questo nonostante la spirale al rialzo delle materie prime, che gravano in maniera tuttora pesante sulle aziende zootecniche, 'che solamente a Montichiari', secondo quanto affermato dall'assessore comunale all'Agricoltura Sandro Zampedri, 'sono 350'. Osservando alcune regole di buone pratiche gestionali, dunque, è possibile evitare di mettere costantemente mano al portafogli. E anche il sistema agrozootecnico bresciano potrà evitare cambiamenti colturali di sorta, come qualcuno in più di un'occasione ha invocato. 'Non ci saranno in ogni modo stravolgimenti', assicura Sergio Grazioli, assessore provinciale all'Agricoltura, 'in quanto le colture di mais e di foraggere del nostro territorio sono fondamentali per il fabbisogno della zootecnia'. Il responsabile agricolo di Palazzo Broletto, inoltre, attacca la posizione di Bruxelles sulla Direttiva nitrati, provvedimento che mette sotto scacco la zootecnia lombarda, e annuncia contromisure a livello tecnico. 'La Direttiva è una nuvola nera', sostiene, 'ma non è logico applicare gli stessi parametri dall'Irlanda al Sud dell'Europa, ci sono esigenze e problemi differenti. La Provincia di Brescia, per fronteggiare il problema, ha in progetto di costruire un impianto consortile per la depurazione dei reflui a Visano, in collaborazione con l'Asm'.
Scenario zootecnico: la certezza dell'incertezza, secondo il professor Giulio Zucchi, direttore del Dipartimento protezione e valorizzazione degli alimenti dell'Università di Bologna. 'Comunque, sul tema dei rincari dei mangimi per gli animali da reddito', spiega Zucchi, 'si possono individuare tre cause per questo rimbalzo dei prezzi: l'aumento dei consumi nell'alimentazione umana, l'alimentazione zootecnica sostanzialmente stabile o in aumento, l'aumento dell’utilizzo di materie prime per le bioenergie. Si calcola che nell'Unione europea a 27, nel periodo 2007-2011, la produzione di bioetanolo quadruplicherà, mentre aumenterà di tre volte quella del biodiesel, mentre le produzioni di mangimi si stima che possano crescere solamente dell'1%'. La conseguenza, almeno per tutto il 2008, è inevitabile: 'Materie prime e cereali proteici in aumento'. Bisognerà necessariamente puntare su coltivazioni alternative, come raccomanda Stefano Cozzani del Calv, 'riscoprendo magari colture 'minori', tipo il pisello proteico e il favino'. Ma si dovrebbe anche puntare sugli ogm, incalza Zucchi, e 'avere maggiore duttilità nella formulazione delle razioni alimentari, tenendo presente i vincoli imposti nel feed dai disciplinari dei prodotti Dop e migliorare l'efficienza produttiva degli stabilimenti mangimistici, spesso sotto-utilizzati'.
L'accorpamento delle strutture produttive di mangime e accordi di filiera, secondo Alessandro Fantini, specialista in Dairy Science, 'potrebbero incidere positivamente, anche se non va dimenticato che il rincaro dei mangimi è causato da diversi fattori, come i fitofarmaci, i trasporti, i servizi'. Proprio nel senso della razionalizzazione infrastrutturale si è mosso il Consorzio agrario del Lombardo Veneto, una realtà che abbraccia le province di Brescia, Verona, Mantova e Vicenza, adottando sistemi informatici per la produzione del mangime. 'Ma un passo necessario lo possono compiere anche gli allevatori', sostiene Cozzani, 'che se migliorassero la razione alimentare con l'aiuto di mangimisti e formulisti potrebbero risparmiare anche il 18-20% della spesa alimentare'. Iniziando a diversificare le produzioni.