L'abolizione di quote di produzione di zucchero deve essere più strettamente connessa al funzionamento del regime di ristrutturazione del settore, per non penalizzare gli operatori del settore. E' quanto chiede la Commissione Agricoltura del Parlamento europeo alla Commissione europea, che nel 2006 ha presentato la proposta per la riforma del settore, sottoposto ormai da tempo a una forte pressione dovuta alla concorrenza dei produttori extraeuropei. 

L'obiettivo della riforma è quello di riequilibrare il mercato europeo dello zucchero riducendo sia il prezzo che la produzione. Ma il bilancio del primo anno non è del tutto soddisfacente. Il regime di ristrutturazione, inteso a stimolare i produttori meno competitivi ad abbandonare la produzione, attraverso incentivi finanziari, ha finora permesso di eliminare dal mercato soltanto 2,2 milioni di tonnellate in due cicli annuali, a fronte di un obiettivo di 6 milioni di taglio entro il 2010.

Nel maggio scorso, la Commissione europea ha presentato una serie di proposte per rendere lo schema più attrattivo, e raggiungere l'obiettivo previsto: la produzione attuale dovrà quindi ridursi di altri 3,8 milioni di tonnellate. In caso contrario, una riduzione lineare sulle quote concesse a ogni Paese dell'Ue – inclusa ovviamente l'Italia - sarà applicata automaticamente tra tre anni.

Il Parlamento europeo ha quindi modificato la proposta di maggio per migliorare le compensazioni fatte ai produttori, e alle regioni coinvolte. Per incoraggiare ulteriormente l'abbandono delle quote, la ristrutturazione potrà compiersi in due tappe: quando si conosceranno le previsioni per la campagna 2008-2009, le imprese che hanno già effettuato dei ritiri potranno rivedere all'insù le loro richieste di abbandono fino al 30 aprile 2008. E inoltre, si propone di aumentare l'aiuto alla ristrutturazione che era stato introdotto nel 2006 a 625 euro, invece degli attuali 218,75 previsti per la campagna 2008/2009. Il Parlamento sottolinea anche l'importanza di definire i piani di ristrutturazione delle imprese in consultazione con i produttori coinvolti.
Chi indirizza i suoi sforzi verso la produzione di bioetanolo viene sostenuto. I deputati richiedono una compensazione del 100% per chi smantella, anche se parzialmente, gli stabilimenti e li adatta a questa attività. Fino ad oggi l'aiuto concesso nei casi di smantellamento parziale si limitava al 35%.

Altre misure vengono introdotte a favore dei piccoli produttori di barbabietola da zucchero che riducono la produzione.Il Parlamento chiede che l'aiuto complementare ai produttori di barbabietola previsto per la campagna 2008-2009, e in maniera retroattiva per chi ha ridotto la produzione negli ultimi due anni, sia aumentato da 237 a 260 euro a tonnellata.
Anche gli accordi commerciali internazionali hanno un'incidenza sulla ristrutturazione del settore. Nel 2010, ad esempio, entrerà in vigore l'accordo di cooperazione con i paesi meno sviluppati, noto come "Tutto tranne le armi". Esso permetterà a questi paesi di esportare dello zucchero senza dazi verso l'Unione europea. Per ridurre gli effetti negativi di questo evento sui produttori europei, l'applicazione del meccanismo che permette il ritiro preventivo di una parte della produzione in caso di eccedenza sul mercato europeo sarà estesa fino al 2015.

Per quanto riguarda la campagna 2008-2009, la Commissione dovrà presentare la sua decisione sui ritiri di produzione entro il 4 febbraio prossimo, quindi prima dell'inizio della semina della barbabietola. Su tutte queste proposte sarà il Consiglio dei ministri a prendere le decisioni definitive, presumibilmente in ottobre dopo il voto del Parlamento in assemblea plenaria a fine mese.
(A cura di Matteo Fornara)