Gli allevatori hanno spinto sul freno e la produzione di latte ha rallentato la corsa. Ma alla fine la campagna di produzione 2014/2015, l'ultima tenuta a rispettare i limiti delle quote, si è fermata oltre “l'asticella” dei 10,92 milioni di tonnellate, che rappresenta il vincolo imposto all'Italia per le “consegne” nell'ultima campagna. Lo dicono i dati rilevati dal Sian, il sistema informativo agricolo nazionale di Agea, che a fine marzo ha registrato una produzione di oltre 11 milioni di tonnellate. Per l'esattezza le consegne di latte “rettificato” (lo si ottiene considerando il tenore in materia grassa) sono di 11milioni e 705 tonnellate. L'esubero rispetto alla quota nazionale di riferimento si ferma così a quasi 80mila tonnellate. La metà di quanto si temeva qualche mese fa, come anticipato da AgroNotizie, quando il ritmo di crescita viaggiava a percentuali superiori al 3%.
I conti
Rispetto allo scorso anno la produzione italiana di latte è cresciuta di 250mila tonnellate (sempre con riferimento alle consegne), in linea con i ritmi di crescita registrati in media nella Ue. Come sempre è la Lombardia che svetta sulle altre regioni con la sua produzione di 4,6 milioni tonnellate, seguita a distanza dall'Emilia Romagna (1,73 milioni di t.), Veneto (1,12 milioni di t.) e Piemonte (1 milioni di t). All'ultimo posto la Liguria con appena 3mila tonnellate di latte.
Produzione | Quota nazionale | Esubero | |
Consegne | 11.000.705 | 10.921.421 | 79.284 |
Su tutti pesa però la minaccia di un nuovo conto salato con le multe. Il conto finale potrebbe aggirarsi sui 20 milioni di euro. Ma poi bisogna prendere in esame compensazioni, vendite dirette, produzioni esenti, riserva nazionale e via di questo passo per sapere chi e quanto dovrà pagare. E di questi tempi anche un solo euro di multa è troppo. Ha il sapore della beffa, oggi che le quote non ci sono più, mentre il salvadanaio degli allevatori è vuoto.