“Ringrazio il ministero delle Politiche agricole per aver accolto la richiesta di convocazione del Tavolo della filiera suinicola e apprezzo gli sforzi messi in campo per individuare gli strumenti a supporto del comparto – ha affermato Fava – e condivido la necessità di trovare le modalità per utilizzare le risorse del Programma di sviluppo rurale per settori in forte crisi, quale quello suinicolo”.
Ma l’assessore della prima regione italiana per suini prodotti (circa 4,5 milioni, pari al 40% su scala nazionale) ha posto in evidenza soprattutto “l’urgenza in cui ci vediamo costretti a prendere delle decisioni. Servono politiche serie a sostegno della suinicoltura, perché il settore non ha più tempo. Siamo alle prese con una crisi che si è aggravata fin troppo, fino ad arrivare ormai ad una conclamata decadenza”.
La cifra di 20 milioni che Palazzo Lombardia è disposta a mettere sul piatto è stata individuata attraverso stime e proiezioni sul nuovo Psr. Purché, appunto, il Governo acconsenta attraverso adeguate formule legislative che derogano a modalità compartecipative. “Dobbiamo aiutare la filiera a integrarsi in modo verticale, considerato che in passato l’integrazione della filiera è avvenuta in modo orizzontale e questo ha significato soltanto l’unione di molte debolezze, spostando la marginalità sempre più lontano dai produttori, verso la distribuzione – ha specificato l’assessore lombardo Fava -. Dobbiamo in primo luogo sostenere gli allevatori e spingere verso un patto tra gli operatori della filiera, dalla produzione alla distribuzione per evitare la morte del settore”.
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Fonte: Regione Lombardia