Non bastava la crisi di mercato. Per i produttori di latte arriva anche il nuovo conto per le multe maturate nella scorsa campagna lattiero casearia, quella che si è conclusa nel marzo di quest'anno. Stando ai calcoli (complicatissimi, come sempre) fatti da Agea, la produzione di latte è stata di 10,567 milioni di tonnellate, con un esubero di oltre 162mila tonnellate rispetto ai limiti che la Ue ha imposto all'Italia.

 

I calcoli di Agea

Per arrivare a questo dato Agea ha preso in esame i dati di tutte le stalle italiane giungendo alla conclusione che 11.618 aziende hanno avuto un esubero produttivo complessivo di 843.842 tonnellate, mentre le rimanenti 27.591 stalle hanno prodotto 9.723.723 tonnellate di latte rispettando i limiti produttivi. Partendo da questi dati si è proceduto ad una complicata ripartizione delle “responsabilità” sulle singole aziende, escludendo ad esempio quelle di montagna e delle zone svantaggiate e poi quelle ove si sono verificati problemi sanitari e comunque prendendo in considerazione le molte variabili previste dalla legislazione. Nella “rete” delle multe restano coinvolte 613 aziende che hanno prodotto esuberi per 433.524 tonnellate delle quali solo 270.739 potranno essere “condonate” dai meccanismi di compensazione. E che si troveranno così a saldare il “conto” delle multe, che complessivamente è di poco superiore ai 47 milioni di euro.

 

Rischio chiusura

A poco vale ricordare che si tratta di una delle multe più basse contestate all'Italia negli ultimi anni. Resta la consolazione (magra) che l'aumento della quota nazionale per la campagna in corso (che si concluderà a marzo 2010) metterà fine alla stagione delle multe. Ma gli allevamenti dovranno prima mettersi in regola con le multe passate. E c'è da chiedersi dove troveranno le risorse economiche per saldare il debito. Per aiutare gli allevatori sono state previste rateizzazioni molto lunghe (anche 30 anni), ma onerose per i tassi di interesse applicati. E con il mercato del latte ai minimi, per molti allevamenti l'unica via di uscita potrebbe essere la chiusura.