Con i suoi 3,3 miliardi di euro (valore della produzione ai prezzi di base degli allevamenti), la carne bovina rappresenta il segmento più importante della filiera delle carni, con un “distacco” di circa un miliardo di euro rispetto alle carni suine e a quelle avicole, entrambe ferme a circa 2,3 miliardi. In termini di quantità prodotte i rapporti però si invertono e i suini, con 1,9 milioni di tonnellate prodotte, balzano al primo posto, lasciando ai bovini, con i loro 1,5 milioni tonnellate, il secondo posto. Una distanza produttiva causata dalle difficoltà che il settore della carne bovina fa registrare da oltre un anno e che sta mettendo in forse la sopravvivenza di molti allevamenti. Le cause, ancora un volta, vanno cercate nelle difficoltà di mercato, con costi di produzione spesso al di sopra dei prezzi di mercato della carne.  In Italia il settore della carne bovina ha connotati  diversi da ogni altro Paese della Ue. La nostra scarsa disponibilità di pascoli e la non abbondanza di vitelli di razze da carne (le razze più diffuse sono quelle da latte), ha favorito la diffusione di una “formula” di allevamento basata per lo più sull’ingrasso di vitelli, in gran parte importati. Da qui proviene il 75%  della nostra produzione di carne bovina, mentre il rimanente 25% è ottenuta  da vacche a fine carriera e da vitelli a carne bianca.

In queste condizioni ottimizzare i costi di produzione è una sfida difficile in quanto sono poche le leve sulle quali agire, non essendo riducibili i costi di acquisto dei vitelli o quello di ammortamento degli impianti. E’ quindi sull’alimentazione degli animali che si può intervenire per superare le difficoltà del mercato.

 

Alimentazione e produttività

Sull’alimentazione si sono così concentrate le attenzioni di tecnici e ricercatori per individuare le migliori risposte in termini di efficienza nutritiva e di qualità delle produzioni ottenute. Un impegno che ha visto in prima linea l’industria mangimistica e fra queste Purina®, che fa parte di Cargill Animal Nutrition,  presente in 27 paesi di tutto il mondo e che, con i suoi 8.000 e oltre dipendenti e 172 stabilimenti di produzione, è il leader globale della mangimistica. Ed è proprio dalla ricerca Cargill™ che sono state messe a punto nuove proposte nutrizionali che accomunano efficienza e riduzione dei costi, come è stato illustrato in occasione di un recente incontro tecnico-scientifico che si è svolto nei pressi di Cremona. In questa occasione è stato presentato Protein Performer, il nuovo programma alimentare dedicato ai bovini da carne che permette di bilanciare e ottimizzare le razioni a base di mais, facilitando lo sviluppo muscolare con ottime performance di accrescimento. Va infatti ricordato che al fine di migliorare la produttività degli animali e raggiungere un migliore standard qualitativo delle carni, si è avuto un progressivo aumento dell’impiego nella razione alimentare di materie prime ad alto contenuto energetico e a basso costo, come  appunto il mais, sempre più presente nella alimentazione del bovino da carne.

Basandosi sulle recenti conoscenze degli ingredienti e della biochimica ruminale, Purina® ha così  lanciato sul mercato il nuovo Programma Protein Performer, specifico per gli allevatori di bovini da carne che utilizzano elevate quantità di mais e mirano a ottenere dai loro bovini il massimo accrescimento e sviluppo muscolare.  Alta efficienza della trasformazione della razione in carne, accrescimenti superiori e una maggiore salubrità della mandria a livello ruminale sono gli obiettivi chiave del Programma Protein Perfomer che si compone di due nutrimenti, il Protein Performer 300 e Protein Performer 350. Come sottolineato in occasione del convegno, un ruolo importante è poi svolto dalla tecnologia di Cargill™ che ha fornito ai tecnici Purina® un software esclusivo di razionamento, BeefPro™, che consente di formulare razioni molto efficienti e sicure al minor costo.

Con diete ricche della stessa fonte energetica, l’aspetto fondamentale da ottimizzare nella razione per ottenere alte performance è quello proteico, inteso come qualità della proteina e bilanciamento delle componenti proteiche della razione. L’allevatore deve dunque fornire un giusto mix proteico, per assicurare agli animali il massimo incremento ponderale e muscolare. 

 

L'alimentazione dei vitelli

I lavori del convegno si sono soffermati anche sulle esigenze degli allevatori che ingrassano vitelli nati in azienda o acquistati come svezzati.  Per questi allevamenti Purina® ha messo a punto il Programma Total Corn che si basa su due nutrimenti specifici (Total Corn 200 e Total Corn 280) da abbinare alla granella intera (è questa la grande novità) e a fibra lunga (paglia e/o fieno) in bassa quantità (trinciatura ottimale: 2,5 cm di lunghezza). Una scelta che presenta numerosi aspetti positivi come il minor costo (il mais non subisce alcun processo e si può utilizzare meno foraggio) e la prevenzione di dismetabolie come l’acidosi sub-clinica. Vantaggi importanti ai quali si sommano un efficace stimolo della ruminazione, della masticazione e della salivazione (che si traducono in una maggiore efficienza nutrizionale degli alimenti). Sotto il profilo gestionale va anche segnalata la possibilità di preparare l’unifeed per più giorni senza rischiare alterazioni indesiderate.  Come è stato illustrato dalle relazioni presentate in occasione del convegno, il Programma Total Corn è in grado di massimizzare la proteina di origine microbica ruminale in quanto mette  a disposizione dei vitelli componenti di fibra digeribile e fonti di azoto sincronizzate al tasso di fermentazione ruminale del mais intero.

I risultati delle esperienze di campo condotte dai ricercatori Purina® e che sono state illustrate durante il convegno, hanno evidenziato l’ottenimento di un’alta efficienza della trasformazione della razione in carne, accrescimenti superiori e una maggiore salubrità della mandria a livello ruminale. In ultima analisi una riduzione dei costi di produzione che in questa stagione di difficoltà sui mercati rappresenta un elemento di grande importanza.

 

(Fonte dati: rapporto 2008 de "Il mercato della carne bovina" a cura di Daniele Rama, con il contributo di Osservatorio Latte, Mipaaf, Aia e Smea. Editore: Franco Angeli)