Continua a peggiorare il saldo relativo alla bilancia commerciale italiana del settore cerealicolo. Anacer fotografa una nuova situazione relativa ai primi cinque mesi del 2022, in relazione allo stesso periodo del 2021, dove si registra un forte aumento del valore import, più che proporzionale rispetto comunque a una buona crescita dell'export.

 

L'esborso in valuta si è attestato a 3.825,5 milioni di euro (2.722,2 milioni nel 2021), mentre gli introiti da export sono stati di 2.412,5 milioni di euro, rispetto ai 1.663,3 del 2021, con un aumento del deficit di bilancio da 1.058,9 milioni di euro nel 2021 ai 1.413 dello stesso periodo dell'anno in corso.

 

A livello quantitativo, le importazioni sono cresciute di circa 644mila tonnellate (+7,6%) a fronte di un +40,5% a livello di valore (+1,1 miliardi di euro). In forte crescita gli arrivi di grano tenero (+357mila tonnellate), mais (+316mila tonnellate) e di orzo (+118mila tonnellate). Continua a calare l'import di grano duro (-377mila tonnellate). Vivace anche l'import di riso (+89mila tonnellate) e di farine proteiche vegetali (+61.500 tonnellate), mentre risultano in diminuzione gli acquisti di semi e frutti oleosi (-38.200 tonnellate).

 

Sul fronte dell'export vendite in crescita per i cereali in granella (+202mila tonnellate), paste alimentari (+70mila tonnellate) e farina di grano tenero (+39.200 tonnellate), oltre a prodotti trasformati (+38.400 tonnellate), ai mangimi a base di cereali (+11.800 tonnellate) e al riso (+27.400 tonnellate).