Segue lo stesso trend anche il valore totale delle importazioni, sceso di oltre 70 milioni di euro. Andando a fondo nell'analisi sui quantitativi, forte calo delle importazioni di mais (-331mila tonnellate) e di grano duro (-139mila tonnellate) per quanto riguarda i cereali in granella, mentre crescono sia il grano tenero (+82mila tonnellate) sia l'orzo, oltre 17mila tonnellate in più. Nel comparto dei proteici, si riducono le importazioni dei semi oleosi (-117mila tonnellate, di cui 109mila t di semi di soia), mentre aumentano le farine proteiche (+70mila tonnellate).
Sostanzialmente stabili le importazioni di riso, ferme a 33mila tonnellate di prodotto importato. Tendenza positiva per le esportazioni, in crescita di 68mila tonnellate (+6,4%). Fra i cereali in granella la crescita è pari a 73mila tonnellate, di cui 50mila di grano duro, seguita dalle buone performance dei prodotti trasformati (+18mila t), della farina di grano tenero (+5600 t), oltre che della semola di grano duro (+4400 t) e dei mangimi a base di cereali (+5700 t).
Flessione invece per le esportazioni di pasta alimentare e di riso, per un totale di 33mila tonnellate in meno spedite all'estero. Pesa l'embargo russo e la minore richiesta in Francia e Regno Unito. La crescita in valore dell'export nei primi tre mesi del 2015 si attesta a quasi 97 milioni di euro, rispetto allo stesso trimestre 2014. In generale, migliora il saldo della bilancia commerciale del settore, che passa dai -620 milioni di euro del primo trimestre 2014 ai -453 milioni di euro del 2015.
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Fonte: Anacer - Associazione nazionale cerealisti
Autore: Lorenzo Pelliconi