Nuovo ribaltone climatico sul nostro Paese che verrà ancora una volta caratterizzato dal dominio quasi incontrastato dell'anticiclone, il quale ritornerà proprio nel cuore della stagione invernale. Una vasta area di alta pressione, difatti, andrà a guadagnare terreno verso l'Italia nel corso delle prossime ore, i cui effetti saranno presto evidenti su gran parte delle regioni.
Analisi e previsione
Nei prossimi giorni l'anticiclone delle Azzorre si estenderà quindi sul Mediterraneo centrale garantendo, con il suo carico di stabilità, una cospicua fase di bel tempo con valori termici in nuovo veloce aumento specie sui rilievi alpini ed appenninici.
I primi effetti sono in realtà già evidenti, tant'è che una prima stabilizzazione, frutto delle propaggini più orientali, si avverte già sulle zone settentrionali. Qui i cieli sono rapidamente divenuti sereni dopo l'azione fredda della perturbazione che ha portato nevicate anche al piano e lungo le linee di costa del medio alto Adriatico nel corso del weekend appena passato, in particolare tra Romagna e Marche.
Il quadro meteorologico tenderà comunque a migliorare ulteriormente anche sulle restanti aree del Paese, tutt'ora soggette a una residua instabilità, specie al Mezzogiorno e sui settori del medio e basso Adriatico, ove non escludiamo ancora passaggi nuvolosi più o meno compatti associati a rovesci nevosi fino a quote collinari.
L'anticiclone percorrerà tanta strada soprattutto a partire da venerdì 14, quando andrà a dominare su tutto lo Stivale riportando da Nord a Sud ampi spazi sereni a cui seguirà un graduale aumento delle temperature, più sensibile nei valori diurni, anche se non sempre splenderà il sole.
Fitte nebbie in arrivo
Tale assetto barico non potrà che favorire in questo periodo dell'anno l'accumulo dell'umidità nei bassi strati, soprattutto su alcuni tratti della Val Padana, ove sono attesi fitti banchi di nebbia specie nel corso del prossimo fine settimana. Questi saranno destinati a persistere parzialmente anche di giorno, garantendo un contesto grigio e più freddo rispetto al resto del Paese in cui le escursioni termiche si faranno invece sentire, portando caratteristiche meteo climatiche non consone alla stagione, come avvenuto durante le ultime festività.
L'inverno è ancora in stop, ma la pausa avrà una durata limitata perché dalle ultime elaborazioni dei centri previsionali emergono già delle novità circa la prossima settimana, quando flussi più freddi potrebbero tornare nuovamente sulla scena nazionale.
Evoluzione della nuova settimana
Nella prima parte della stagione invernale il nostro Paese si è trovato più volte conteso tra le fredde colate gelide in discesa dalle aree polari e le importanti rimonte anticicloniche, non solo di origine oceanica, ma anche di estrazione continentale africana: una situazione che non ha permesso l'affermazione dell'inverno.
Così anche le proiezioni per il medio e lungo termine tornano a confermare l'andamento appena citato, tant'è che per la prossima settimana con buone probabilità giungeranno freddi afflussi invernali dai quadranti nordorientali, grazie ad un nuovo nucleo in discesa dalla Russia verso il Centro Europa e le aree balcaniche.
Gli effetti sull'Italia potrebbero essere evidenti soprattutto nel corso della prossima settimana. Dopo un inizio prettamente stabile, anche se come accennato non significherà necessariamente soleggiato per tutti, l'area anticiclonica inizierà a perdere colpi grazie alle prime insidie sferrate dalle fredde correnti settentrionali: sarà il preludio di un cambiamento del tempo ben più organizzato che darà il via ad una fase decisamente più invernale.
L'attuale quadro meteorologico estremamente dinamico non ci permette però di esporci ulteriormente circa la traiettoria delle correnti, come pure l'evoluzione nel Mediterraneo dei probabili vortici ciclonici secondari che si andranno a scavare, ovvero il mero motore delle precipitazioni, sia in termini di quantità e sia in termini di aree colpite dalle piogge e nevicate fino a bassa quota.
Al momento le zone maggiormente a rischio potrebbero essere quelle del medio e basso Adriatico e le meridionali, con solo parziali coinvolgimenti del Nord Italia.