Novità sono però all’orizzonte, perché un vortice ciclonico in arrivo nei prossimi giorni sulla penisola iberica avrà modo di approfondirsi ed espandersi tra Nord Africa e Sardegna, esponendo le due Isole maggiori e la Calabria ad un fortissimo maltempo. Non sarà difficile raggiungere accumuli di oltre 200-300 millimetri in poche ore.
Il punto della situazione
L’anticiclone mitteleuropeo continua a dominare deciso, specialmente sulle regioni settentrionali ove, solamente grazie al marginale effetto di rimescolamento da parte di un’avvezione polare, le temperature hanno subito una flessione anche in montagna, cancellando - anche se solo temporaneamente - la situazione di forte inversione termica presente.
La situazione neve sulle Alpi è ancora sconcertante: spessori intorno alle medie climatologiche si osservano sempre e solamente sui settori piemontesi e valdostani, dove però in nessuna stazione di misura si raggiungono, al momento, i due metri. Ma guai ad accontentarsi se si pensa che, ad oriente di un ipotetica linea estesa dallo Stelvio al lago d’Iseo, la neve è relegata in maniera peraltro molto limitata, oltre il limite del bosco e per avere accumuli appena accettabili occorre spingersi oltre i 2500 metri di quota.
Lo strapotere dell'alta pressione manifesta però i primi evidenti segni di cedimento.
Il cuore del campo anticiclonico tende infatti ad allontanarsi dal Mediterraneo, posizionandosi fra Europa Centrale e Baltico, con l'Italia che risulta così più esposta a infiltrazioni umide ed instabili dai settori occidentali.
Fitti banchi di nebbia sono ancora presenti in tutta la Val Padana, valli e zone interne del Centro Nord. I cieli da giorni si presentano grigi anche durante le ore centrali della giornata, anche grazie ad un irraggiamento molto debole in questo periodo.
L’evoluzione dei prossimi 10 giorni
L'alta pressione inizierà a cedere nei prossimi giorni al Sud, a causa di un vortice mediterraneo. Occorrerà difatti fare attenzione alla maggiore influenza di una depressione in formazione sul Mediterraneo meridionale, che richiamerà facilmente infiltrazioni fredde dai quadranti nord orientali.
Per alcuni giorni ancora si dovrà fare i conti con l'anticiclone, prima che l'Italia venga sfiorata da una colata fredda artica diretta sui Balcani. La flessione termica interesserà maggiormente i settori adriatici (guarda la previsione video delle temperature) e porterà una rinfrescata generale con un ricambio d'aria un po’ su tutte le aree italiane, dopo le persistenti nebbie e l’estrema mitezza in quota. I venti orientali favoriranno la dissoluzione delle foschie e nubi basse.
Dopo il weekend però le tendenze modellistiche sono molto incerte: tra le ipotesi più probabili sembra che il vortice mediterraneo possa riuscire a risalire verso le regioni centrali, determinando uno stop del dominio altopressorio.
La goccia fredda che andrà ad isolarsi sui settori meridionali italiani attiverà con molte probabilità, verso il 20 dicembre, le già citate correnti d’aria fredde d’estrazione artica verso l'Italia.
Dominio anticiclonico archiviato per il 2016
Senza dubbio saranno le regioni meridionali le prime ad uscire definitivamente dalla lunga fase di stabilità, grazie all’incursione instabile che porterà un forte maltempo. Le regioni settentrionali resteranno, al momento, solo ai margini delle due figure meteorologiche.
Le precipitazioni previste per i prossimi sette giorni non lasciano particolari dubbi: le piogge diverranno su alcune aree davvero abbondanti, tant’è che sui settori meridionali della Sicilia, aree ioniche della Calabria e litorali orientali della Sardegna si raggiungeranno anche i 400 millimetri di accumulo.
Le nevicate, data la matrice meridionale delle correnti in scorrimento, verranno relegate alle sole cime appenniniche.
Le deboli infiltrazioni di aria fredda da est, in forma di grecale o di bora, contribuiranno invece ad abbassare le temperature anche in montagna sui settori settentrionali dell'Appennino, con la neve che arriverà anche a quote di bassa collina o addirittura sulle pianure adiacenti alle catene montuose.
Ipotesi che prende sempre più corpo e grazie a questa svolta il contesto riporterà finalmente una dinamica favorevole alla stagione invernale.