Le questioni commerciali, per quanto legate all'andamento dei mercati e riguardanti elementi oggettivi come prezzi, disponibilità o richieste, hanno legami anche con gli aspetti di natura normativa.
Il 2022 sarà ricordato sia come l'anno in cui non pochi concimi di largo consumo hanno superato il costo di 1.000 euro/tonnellata sia per l'applicazione del Nuovo Regolamento Comunitario sui prodotti fertilizzanti.
Relativamente alle questioni di mercato, avviandoci verso un periodo di relativa calma commerciale, diamo solo qualche flash specifico per singoli prodotti o interi settori.
Dopo qualche settimana di prezzi cedenti di urea e nitrati, un grosso acquisto d'urea in India ha fermato la discesa del prezzo. Difficile dire se ci sarà un rimbalzo verso nuovi massimi ma, riferendoci al mercato nazionale, riteniamo ci attenda un periodo di relativa stabilità. In molte nazioni europee (Gran Bretagna e Francia in particolare) c'è la buona abitudine di acquistare anticipatamente i concimi a base di nitrato ammonico, per favorire tale pratica, i produttori hanno già proposto prezzi minimi associati ad una scaletta di aumenti.
Relativamente ai concimi a base di fosforo (semplici e NP), a fronte di prezzi ancora molto sostenuti (a differenza dell'azoto non c'è stato cedimento), i produttori appaiono determinati a non favorire ribassi: sono pochi gli attori e le sanzioni contro la Russia si possono far sentire. Non va sottovalutato il rischio che gli agricoltori italiani, come avvenne già nel 2008/09, riducano sensibilmente i consumi di questo importante elemento nutritivo.
Molto simile è la situazione del potassio, i punti in comune col quadro appena descritto sono tanti, i produttori sono ancora meno ed ancor più alto è il pericolo di limitarne fortemente l'uso nell'annata 2022-2023.
I concimi minerali composti, così come gli organo-minerali, risentono pesantemente del quadro generale sopra descritto: l'eventuale flessione del costo dell'azoto non è sufficiente a compensare l'enorme investimento collegato all'acquisto di fosforo e potassio, per non parlare di molti altri elementi nutritivi (meso e micro) che sono addirittura introvabili o costosissimi.
Veniamo alle questioni di natura regolatoria.
Sapevamo dal 2019 che il 16 luglio 2022 si sarebbe abrogato il Reg. (CE) 2003/03 che disciplina i così detti Concimi Ce. Nell'ottobre 2020 ne avevamo anche parlato con il fondatore di AgroNotizie e molti di quei timori oggi si stanno per trasformare in incubo. Il Mipaaf, imitando i colleghi spagnoli che già nel gennaio scorso erano corsi ai ripari per salvaguardare almeno gli operatori locali, ha pensato di integrare il Dlgs 75/2010 (*) con un copia/incolla del pensionando Reg. 2003/03 e ha inviato a Bruxelles il testo come previsto per le modifiche delle norme tecniche.
Peccato che, ammettendo che vada tutto bene, il dispositivo sarà pubblicato in Gazzetta Ufficiale solo dopo l'abrogazione del 2003/03. Ne consegue che, a differenza dei colleghi spagnoli che già da cinque mesi possono rivedere le etichette dei Concimi Ce ai sensi della loro rinnovata norma nazionale, i fabbricanti italiani che dovessero decidere di non adeguarsi al nuovo regolamento Ue sui prodotti fertilizzanti (2019/1009), sarebbero costretti ad aspettare la nuova norma nazionale, ad iscrivere poi i nuovi prodotti al Sian e, solo dopo almeno altri 90 giorni, poter iniziare ad immettere i prodotti sul mercato.
Ammettendo che tutto vada bene visto che l'autorità italiana ha anche commesso una leggerezza. Nel testo inviato alla Commissione si stabilisce che ci sono dodici mesi di tempo per esaurire le scorte dei concimi Ce etichettati conformemente al Reg. 2003/03, tale disposizione è in aperto contrasto con quanto previsto invece dal Reg. 2019/1009 (ricordiamo che un regolamento Ue è sempre superiore ad una norma nazionale) che, al contrario, non pone limiti di tempo alla merce già immessa sul mercato alla data del 16 luglio 2022 con la "vecchia" etichetta. Non sappiamo come sarà gestita questa strana ingerenza ma c'è persino il rischio che la Commissione rimandi il testo con osservazioni e, quindi, con ulteriore perdita di tempo.
È davvero forte il rischio che il 2022 sarà da molti ricordato come un incubo, vuoi per i prezzi alle stelle, vuoi per le difficoltà operative che avremo a tutti i livelli della catena distributiva.
(*) Nella sezione "Normativa" di Fertilgest è possibile scaricare la versione aggiornata del Decreto Legislativo 29 Aprile 2010, N° 75.
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Le quotazioni non considerano i costi di magazzinaggio e consegna visto che sono relativamente rari i casi di concimi che vanno direttamente dal produttore/importatore al consumatore finale.
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Leggi tutti gli articoli nella rubrica "Concimi: informazioni e opportunità".
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Fonte: SILC Fertilizzanti