Essere messi all'indice non fa piacere a nessuno. Essere inclusi in un indice per la sicurezza, invece, permette di programmare con maggiore puntualità i passi da compiere per migliorare.
Il continente africano è al momento quello dove i margini di miglioramento sono più ampi. Per questo DuPont ha deciso di investire in due differenti progetti focalizzati su alcuni Paesi del Continente Nero.
Il primo progetto prevede l’investimento da parte di DuPont di oltre 3 milioni di dollari nei prossimi tre anni, al fine di aiutare i piccoli proprietari agricoli etiopici a raggiungere la sicurezza alimentare.
Ellen Kullman, Chair e CEO di DuPont, ha illustrato l’approccio dell'azienda, basato sulla collaborazione e sulla sua espansione in Etiopia attraverso la creazione di un progetto pilota fra DuPont e l’Earth Institute della Columbia University, volto a creare un sistema rapido di informazioni sul terreno. Ciò consentirebbe di fornire agli agricoltori etiopi un metodo efficace per diagnosticare i problemi del suolo e ricevere consigli mirati per migliorare la resa dei raccolti. In questo progetto pilota, DuPont investirà un milione di dollari nei prossimi tre anni. Nell'ambito del progetto, DuPont Crop Protection mira anche a sviluppare nuove soluzioni a base di sulfoniluree per consentire una maggiore produttività delle colture preziose come il frumento, come pure un altro focus speciale sarà dedicato a insetticidi innovativi per la difesa di cotone e ortaggi.
Parte integrante del progetto saranno anche corsi di formazione a favore degli agricoltori sull’uso responsabile dei prodotti per la protezione dei raccolti.
Un possibile sviluppo di questi impegni, potrebbe includere una collaborazione con "USAID" volte a migliorare le prassi agronomiche e i fattori produttivi dei piccoli coltivatori di mais etiopici, al fine di aumentare la redditività delle loro terre. DuPont investirà inoltre due milioni di dollari in Etiopia per espandere la produzione di semi e aumentare i sistemi di stoccaggio.
Sulla base del nostro lavoro con i piccoli proprietari agricoli e le famiglie africane, abbiamo compreso che le soluzioni locali, l’accettazione da parte della gente del posto e la collaborazione con le loro comunità sono cruciali per migliorare la sicurezza alimentare in Africa e in tutto il mondo - ha dichiarato Kullman - DuPont assumerà altre risorse locali per gestire le attività di ricerca e produzione nei paesi dell’Africa Sub-Sahariana come l’Etiopia, il Kenia e il Sudafrica, in modo tale che le soluzioni individuate siano sostenibili non solo dal punto di vista economico ma anche sociale e ambientale".


DuPont ha stabilimenti in 35 Paesi dell’Africa Sub-Sahariana e conta oltre 500 dipendenti nel continente. Kullman ha dichiarato che il rafforzamento della presenza di DuPont in Africa comporterà maggiori investimenti: la società stima infatti che nei prossimi dieci anni i ricavi da tali attività saranno superiori a 1 miliardo di dollari.

 

Un indice per crescere

 

Il secondo progetto vede DuPont quale sponsor del lancio del nuovo Indice "Global Food Security", sviluppato dall’Economist Intelligence Unit (EIU) per misurare i driver, ovvero i fattori prioritari di sviluppo, della sicurezza alimentare in 105 Paesi.
L’Indice sarà pubblicato nel corso dell'estate 2012 e costituirà una risorsa per tutti gli enti pubblici e privati che si adoperano per migliorare la sicurezza alimentare. Tale indice interattivo sarà disponibile al pubblico, in modo tale che Stati, università e organizzazioni non governative possano accedere a suoi dati per individuare le soluzioni più idonee a livello locale per raggiungere la sicurezza alimentare.
L'Indice "Global Food Security" prende in considerazione fattori quali l'economicità, l’accessibilità, la disponibilità, il valore nutritivo e la salubrità del cibo per misurare la sicurezza alimentare e valutare così le criticità esistenti paese per paese.
Si tratta di un indice molto particolare perché prende in esame ben 25 fattori e tiene conto delle fluttuazioni dei prezzi degli alimenti così da valutare efficacemente i rischi che i Paesi dovranno affrontare nel tempo.
Occorrono parametri precisi che ci consentano di vedere con chiarezza e oggettività le sfide che dobbiamo sostenere - ha puntualizzato Kullman - Gli Stati e gli enti pubblici e privati hanno bisogno di una lingua comune per comprendere alla radice e dibattere le cause della fame, in modo da poter prendere decisioni più informate che possano condurre ad azioni sostenibili a livello locale. Siamo lieti di appoggiare l’Economist Intelligence Unit nello sviluppo di questo strumento unico in grado di favorire la collaborazione, generare idee innovative e promuovere azioni efficaci per sfamare la crescente popolazione mondiale”.

 

Per saperne di più sull’impegno di DuPontt a centrare gli obiettivi di sicurezza alimentare a livello locale puntando sulla collaborazione e sulla sostenibilità, visitare il sito foodsecurity.dupont.com.