La cosiddetta "impronta ambientale" è in sostanza l'indicatore che misura l'impatto sull'ambiente di un'attività o di un'azienda. Anche per DuPont esiste quindi una propria "impronta ambientale" e questa continua a ridursi nel tempo. Secondo il “Sustainaibility Progress Report 2011”, un rapporto progressivo sulla sostenibilità delle attività industriali, DuPont mostra infatti avere un impatto ambientale decrescente nel tempo. La multinazionale americana, leader non solo nell'agrochimica e nelle biotecnologie, ma anche nelle fibre, nei polimeri e nei materiali speciali, ha raggiunto ormai una diminuzione del 75 per cento delle emissioni di gas serra e una riduzione del 6 per cento in assoluto nel consumo d’energia rispetto al 1990, mentre la produzione è aumentata del 40 per cento nello stesso periodo. Come dire, fare di più con meno.
"Mentre ridurre la nostra impronta continua ad essere importante, la nostra crescente attenzione è su come utilizzare la scienza e l’innovazione di DuPont per portare sul mercato nuovi prodotti che migliorano l'efficienza e la sostenibilità in tutta la catena del valore - ha dichiarato Linda J . Fisher , vicepresidente e Chief Sustainability Officer - Vediamo DuPont avere un ruolo più ampio per fornire soluzioni sostenibili per i nostri clienti in tutto il mondo, poiché la popolazione aumenta drammaticamente".
Questo trend virtuoso è in linea con le aspettative globali di riduzione del consumo d’acqua ed energia, affiancata a una crescita della produttività. Il trend di crescita della popolazione mondiale imporrà infatti nuovi livelli produttivi, specialmente di cibo. Ma queste nuove necessità non potranno essere soddisfatte a costo di un ulteriore peggioramento delle condizioni ambientali globali. Per questo DuPontcontinua a investire in modo deciso nel miglioramento dei processi e degli impianti, dandosi appuntamento fra altri 20 anni per celebrare i nuovi obiettivi raggiunti.