Oltre cento coltivatori della Coldiretti si stanno radunando in queste ore davanti alla Prefettura di Fanna, in provincia di Pordenone, per dar vita ad oltranza ad un 'presidio della legalità' e chiedere alla magistratura di intervenire immediatamente facendo rispettare la legge e ordinando la distruzione del campo in cui sono state seminate illegalmente piante di mais geneticamente modificate.

La Coldiretti e le associazioni che fanno parte della 'task force per un'Italia libera da Ogm', che comprende tra gli altri Legambiente, Wwf, Aiab, Greenpeace e Slow food, hanno deciso di passare all'attacco dopo che sono stati resi noti i referti delle analisi commissionate da Greenpeace che hanno fugato ogni dubbio sull'attendibilità delle analisi relative al mais seminato nel campo di Fanna e che hanno accertato che tutti gli otto campioni prelevati sono risultati positivi per la presenza di mais Mon 810.

Non si è dunque trattato di un'azione puramente dimostrativa e simbolica portata avanti da agricoltori che intendevano protestare contro la chiusura italiana agli Ogm piantando pochi esemplari di Mais Mon 810 - cosa che sarebbe stata comunque già molto grave, sottolinea la Coldiretti - ma di una vera e propria semina priva di autorizzazione e punibile dalla legge con il carcere fino a due anni, su almeno 4 ettari di terreno agricolo.

La 'task force' contesta, in particolare, l'operato del procuratore della Repubblica di Pordenone Antonio Delpino in quanto il provvedimento di sequestro di un campo di mais non consente di prevenire la disseminazione di polline e quindi non esercita un'azione conservativa e chiede al ministro di Grazia e giustizia Angiolino Alfano un provvedimento disciplinare per ovviare a un danno che avrà impatto sull'ambiente, sulla fauna selvatica, su altri ambiti agricoli e che non si potrà limitare ai confini amministrativi dei comuni o della regione coinvolta. La coalizione, inoltre, sollecita il ministro delle Politiche agricole, Giancarlo Galan, ad applicare un "protocollo operativo di gestione tecnica in presenza di Ogm", come fece nel 2003 quando si verificò un caso analogo l'allora ministro Alemanno. Il presidio - informa la Coldiretti - continuerà ad oltranza fino a quando non saranno attuate le azioni previste dalla legge, ovvero la distruzione dei campi Ogm e i provvedimenti nei confronti dei responsabili.