“L’attività del registro nazionale è pagata dai costitutori di varietà e dalle aziende sementiere, che finora hanno regolarmente versato i compensi previsti per queste prove – sottolinea Marco Nardi, direttore di Ais – ma per il mancato puntuale storno di queste somme dal Tesoro al ministero, l’arretrato accumulatosi dal 2003 avrebbe oramai superato i 6 milioni di euro”.
Sono soldi attesi dalle diverse Unità sperimentali periferiche del Cra, dalle aziende regionali e dall’Ense e senza i quali sono sempre più in difficoltà a realizzare le prove varietali. “Alcune unità di ricerca, come quella dell’Ente Risi per le varietà di riso, hanno di recente abbandonato le prove – informa Nardi – con conseguenti difficoltà a sostituirle ed il rischio di una dequalificazione della sperimentazione. Se però la situazione non si sblocca entro breve, è molto concreto il rischio che si vada verso un blocco totale del registro e di gravi danni per gli agricoltori, penalizzati nell’accesso alle novità vegetali, per la ricerca e per le aziende sementiere”.
“Nei prossimi giorni è in programma una riunione della Conferenza Stato-Regioni che dovrebbe discutere come reperire le risorse per i rimborsi arretrati delle prove del Registro nazionale e ci appelliamo alla sensibilità di presidenti ed assessori regionali all’agricoltura – aggiunge il direttore di Ais - perché intervengano subito per rimediare a questa situazione davvero paradossale. Dopodiché sarà necessario intervenire perché la situazione non abbia più a ripetersi in futuro, evitando che i compensi pagati dai costitutori vengano considerati alla stregua di imposte, e non il corrispettivo per un preciso e doveroso servizio”.
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