Il riso (Oryza sativa) è simbolo di convivialità e abbondanza, alimento base per quasi la metà della popolazione mondiale nonché fiore all'occhiello del made in Italy. Una coltura strategica, al pari degli altri cereali, che oggi però si confronta con sfide cruciali: concorrenza estera, cambiamento climatico, mancanza di reciprocità negli scambi, costi di produzione elevati e allerte sanitarie in aumento.

 

"È stato un momento di incontro tra chi opera nel settore per interpretare le sfide e cogliere al meglio le opportunità che il futuro ci riserva" dice Francesco Lollobrigida, ministro dell'Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, sul convegno internazionale "The future of Eu rice sector: a common strategy".

 

L'evento è stato un momento di confronto per capire come rispondere a queste sfide e definire un'azione comune europea, con lo scopo di migliorare la sicurezza alimentare, garantire la sovranità alimentare e definire al meglio le politiche europee. Tutto questo nell'ottica di tutelare la qualità ed elaborare strategie commerciali per promuovere questo cereale sui mercati.

 

"È nata anche EURice, l'alleanza di produttori di riso europei per essere più incisivi sulle scelte che riguardano il mondo risicolo, e per essere più forti nella protezione dei nostri chicchi" continua il ministro.

 

Il convegno si è tenuto venerdì 12 settembre 2025, al Teatro Civico di Vercelli in Piemonte, durante la prima edizione di Risò - Festival Internazionale del Riso. Coordinato da Francesco Lollobrigida ha visto la partecipazione di ministri e responsabili delle agenzie nazionali che sovraintendono la produzione del cereale, insieme alla Food and Agriculture Organization (Fao), alla Commissione Europea e agli operatori specializzati del settore.

 

Oltre all'Italia, hanno partecipato altre nazioni produttrici di riso: Spagna, Grecia, Portogallo, Francia, Malta, Romania, Bulgaria e Ungheria.

Riso, coltura globale tra sfide e opportunità

La risicoltura deve fare i conti con le grandi sfide globali che sono la sicurezza alimentare, il cambiamento climatico e l'accesso insufficiente al cibo.

 

"Il riso è un pilastro assoluto della nostra forza alimentare per, oserei dire, miliardi di persone. È difatti la seconda coltura di base più prodotta al mondo, con quasi la metà della popolazione mondiale che la consuma come alimento di base per la propria sopravvivenza e sicurezza di vita" spiega Maurizio Martina, vicedirettore generale della Fao.

 

Questo cereale infatti fornisce circa il 20% dell'apporto energetico alimentare globale ed è la principale fonte di reddito per molti piccoli agricoltori nei paesi a basso reddito.

 

Sulla produzione risicola Maurizio Martina dice: "Quasi il 90% del riso si produce in Africa. Ma anche fuori da questo continente ci sono importanti esperienze risicole, come quelle europee per la loro capacità di esprimere nei territori una tenuta nel tessuto ambientale e sociale in un modo assolutamente originale e particolare".

 

Francesco Lollobrigida all'apertura del convegno a Vercelli

Francesco Lollobrigida all'apertura del convegno

(Fonte: AgroNotizie®)

 

Nel biennio 2024-2025 sono state prodotte globalmente 550 milioni di tonnellate di riso lavorato; ovvero il 34% in più rispetto alle produzioni stimate nel 2000 (dati Fao). "Un record mondiale mai registrato" sottolinea il vicedirettore generale, che fa capire quanto il mercato è dinamico e in crescita. Questo aumento è dovuto principalmente al miglioramento delle infrastrutture irrigue e delle pratiche di coltivazione, grazie al supporto delle nuove tecnologie e delle conoscenze scientifiche.

 

Invece per le superfici a riso "L'aumento degli ettari non è avvenuto solo in Asia ma anche in Africa. Complessivamente fra questi due continenti ci sono oltre 19 milioni di ettari di terreno aggiuntivi che sono stati destinati alla coltivazione del riso".

 

Infine, la domanda globale rimane solida. La Fao stima che l'utilizzo sia aumentato del +35% negli ultimi 5 anni, dovuta anche alla crescita demografica dell'Asia e dell'Africa.

 

Maurizio Martina però sottolinea che solo il 10% del riso prodotto globalmente finisce nei mercati internazionali. Un grande potenziale che rimane inesplorato e che andrebbe capito e valorizzato per sviluppare una giusta strategia.

 

Focus sull'Italia

Restringendo la lente, nel 2024 l'Italia rimane il primo produttore in Europa con il 56,7% della superficie europea dedicata al cereale. Una produzione che conta 1,4 milioni di tonnellate di prodotto con 226mila ettari. Il valore della produzione è di 514 milioni di euro, in crescita del 30% sul decennio.

 

Per quanto riguarda le singole Regioni il Piemonte da solo rappresenta il 55% della produzione nazionale, concentrata soprattutto nella provincia di Vercelli, seguito dalla Lombardia con il 40% della superficie dedicata.

 

La filiera italiana è composta da 3.531 aziende, mediamente più solide e competitive rispetto alla fotografia del 2015. I consumi domestici nel 2024 hanno raggiunto 447,6 milioni di euro per 164,3 mila tonnellate di riso, con il riso lavorato predominante (73%) seguito dal parboiled (25%) e dall'integrale (2,5%). Tra le varietà più richieste spiccano il Carnaroli (17,1%) e l'Arborio (11,6%).

 

A livello internazionale, gli altri produttori sono la Spagna con il 21,9% della superficie specializzata in riso, seguita dalla Francia con il 7% e il Portogallo con il 6,7%.

 

Importazioni e standard: i nodi del riso europeo

Il riso europeo come già accennato deve affrontare non solo le sfide alimentari e climatiche ma anche la competizione da parte delle altre nazioni produttrici. Durante il convegno è emersa l'importanza di continuare a mantenere alti gli standard qualitativi e di sicurezza e trovare accordi che permettano scambi commerciali equi.

 

Secondo Natalina Bobba, presidente dell'Ente Nazionale Risi, l'aumento delle superfici a riso potrebbe penalizzare i produttori europei, proprio perché il settore si deve confrontare con la concorrenza del prodotto estero. E ancora più allarmante sarebbe la situazione dell'import di riso confezionato, con valori che si sono triplicati, che mette a rischio sia il comparto produttivo che quello di trasformazione.

 

"Questa situazione si verifica perché la protezione accordata dall'Unione Europea nel 2004 ha perso di efficacia con il variare dei prezzi del riso importato, motivo per cui andrebbe urgentemente revisionata - spiega Bobba -. Le massicce importazioni, oltre 500mila tonnellate, provengono da Stati come Cambogia e Myanmar, le cui agevolazioni tariffarie sono state stabilite per alleviare i problemi di povertà. Ci vorranno però diversi anni prima che questi possano uscire dalla lista dei Paesi a sviluppo limitato".

 

Con questa panoramica secondo l'Ente il settore risicolo necessita di un sistema di difesa certo e tempestivo. Per esempio, una clausola di salvaguardia automatica specifica per il prodotto importato dai paesi a basso reddito potrebbe rappresentare una valida soluzione.

 

Altra tematica molto sentita è il principio della reciprocità: il riso europeo, infatti, è soggetto a rigide regole (igienico-sanitarie, socioeconomiche e ambientali) per tutelare il consumatore, ma tali regole non vengono applicate in genere al di fuori del territorio comunitario.

 

"India, Pakistan e altri Stati fanno sempre più ricorso a prodotti fitosanitari che sono vietati in Unione Europea. Infatti, dal 2021 al 2024 sono aumentate a dismisura le allerte pubblicate dal Rapid Alert and System for Food and Feed (Ras): risulta che nel primo semestre del 2025 le allerte relative al riso importato sono state 67, una situazione che negli ultimi mesi sta peggiorando. Riteniamo perciò che si debbano effettuare più controlli sul riso che entra in Europa".

 

Ecco perché secondo Bobba negli accordi dei trattati commerciali con paesi terzi diventa necessaria l'applicazione delle cosiddette "clausole di rispetto", ovvero pretendere che i prodotti che acquista l'Unione Europea siano prodotti con gli stessi standard usati nel territorio comunitario.

 

La filiera risicola infine chiede di contenere l'eliminazione dei principi attivi per consentire agli agricoltori una lotta efficace contro le principali fitopatie e aiutarli a sostenere gli alti costi di produzione.

 

Partecipanti italiani ed esteri del convegno a Vercelli

Tutti i partecipanti italiani ed esteri sul palco

(Fonte: AgroNotizie®)

 

In questo contesto la Commissione Europea deve affrontare parecchie sfide per rispondere adeguatamente alle richieste dei risicoltori.

 

Raimondo Serra, di Dg Agri della Commissione Europea, sottolinea che l'Unione Europea è un esportatore netto di prodotti agricoli e sostiene l'importanza di utilizzare strumenti come le clausole di salvaguardia nel rispetto delle regole dell'ordine del commercio mondiale internazionale. Tuttavia, avverte che se l'Europa iniziasse a imporre unilateralmente i suoi standard elevati, potrebbe perdere la capacità di esportare prodotti di alto valore.

 

"Il riso in tutti i negoziati internazionali viene trattato come un prodotto 'sensibile'. Negli accordi commerciali conclusi dall'Ue dal 2008 ad oggi, il riso è stato sistematicamente trattato in questa maniera, o escluso da concessioni tariffarie oppure sottoposto a quote molto competitive" dice Serra.

 

Insomma, il riso non è il figlio minore dei cereali e i produttori chiedono un sistema di difesa più solido contro la concorrenza, basato su regole chiare, reciprocità e un maggiore coordinamento a livello europeo. Trovandosi d'accordo su queste tematiche i diversi Paesi, quindi, dovranno lavorare assieme per trovare compromessi virtuosi per la filiera.

 

"Questa giornata ha dimostrato la coesione degli otto governi produttori di riso, uniti da obiettivi comuni da perseguire insieme. L'Europa deve cambiare passo: servono regole certe, reciprocità negli scambi e strumenti di protezione per evitare che i nostri settori produttivi vengano sacrificati. Il nostro modello agricolo è uno dei più sostenibili e non può essere compromesso, solo così potremo consegnare alle prossime generazioni un'agricoltura forte, innovativa e rispettosa dell'ambiente" conclude Francesco Lollobrigida.

 

Inaugurazione di Risò a Vercelli

Taglio del nastro all'inaugurazione di Risò - Festival Internazionale del Riso

(Fonte: AgroNotizie®)