Le ultime stime della Fao in prossimità della chiusura dell’anno, confermano che nel 2008 si è toccato un nuovo picco della produzione cerealicola mondiale, sufficiente a coprire il previsto aumento dell’utilizzo nel 2008/09 ed anche a consentire una moderata ricostituzione delle scorte.
  Il grosso dell’aumento produttivo di si è registrato nei paesi sviluppati, mentre in quelli in via di sviluppo l’incremento è stato modesto. Nel paesi in via di sviluppo, la produzione è aumentata di più nei paesi a basso reddito con deficit alimentare, specialmente dove i governi hanno fornito sostegno all’agricoltura. Nel corso degli ultimi mesi i prezzi dei cereali hanno continuato a calare. Nelle prime due settimane di dicembre, i prezzi del grano e dei cereali minori erano rispettivamente 40% e 20% più bassi del dicembre dello scorso anno. Per il riso, tuttavia, il prezzo di riferimento della varietà Thai, sebbene più basso del picco raggiunto nel maggio scorso, è rimasto un 54% più alto della media di dicembre dello scorso anno. Nonostante il calo dei prezzi cerealicoli internazionali, i prezzi alimentari rimangono alti nei paesi in via di sviluppo ed in molti altri continuano ad aumentare, con conseguenze gravi per la sicurezza alimentare di vasti settori di popolazione vulnerabile. In Afghanistan, Eritrea, Etiopia e Senegal i prezzi degli alimenti di base sono il doppio rispetto ad un anno fa. In Europa e in Nord America, in diversi paesi grandi produttori le semine invernali di grano sono state più ridotte, conseguenza dei prezzi internazionali più bassi e di previsioni di una minore domanda a causa della crisi economica mondiale e per l’alto costo degli input.
Malgrado le migliori prospettive per la produzione cerealicola a livello globale per il 2008/09, si stima che 33 paesi avranno bisogno di assistenza alimentare esterna come conseguenza di raccolti scarsi, conflitti, disordini civili, insieme a prezzi alimentari sostenuti a livello nazionale. In Africa orientale, la stagione delle “piccole piogge” che va da ottobre a dicembre è stata molto favorevole per le zone pastorali ed agro-pastorali della Somalia centrale e meridionale, del Kenya nord-occidentale e dell’Etiopia sud-orientale, dove milioni di persone hanno sofferto gravi problemi per il susseguirsi di stagioni magre.