Il boom della produzione mondiale di patate nei paesi in via di sviluppo potrebbe subire una battuta d'arresto se la crisi economica mondiale ridurrà gli investimenti, il commercio e l'accesso al credito per i produttori, avverte un nuovo rapporto Fao. La minaccia arriva in un momento in cui la patata è diventata un alimento di base importante e rappresenta per molti paesi in via di sviluppo una produzione commerciale particolarmente lucrativa. La Cina è il principale produttore mondiale di patate, mentre Bangladesh, India ed Iran sono tra i maggiori consumatori al mondo. In base alle statistiche Fao, il rapporto New light on a hidden treasure (Nuova luce su un tesoro nascosto, n.d.t.) mostra che la patata è la principale coltivazione non cerealicola al mondo, con una produzione totale nel 2007 di 325 milioni di tonnellate, di cui più della metà realizzata in paesi in via di sviluppo. Il rapporto avverte che "si stanno addensando scure nubi sulle previsioni per l'anno venturo". Il rallentamento dell'economia mondiale minaccia di ridurre i flussi di investimenti e di aiuti allo sviluppo nei paesi poveri, compreso il sostegno all'agricoltura che ha aiutato molti paesi a rafforzare la produzione.
"Occorre con urgenza una nuova agenda per la ricerca e lo sviluppo della produzione della patata, per garantire la sicurezza alimentare delle nazioni povere" dice NeBambi Lutaladio, coordinatore del Segretariato Fao per l'Anno Internazionale della Patata 2008.
Attualmente, la produzione media di patate in Africa, Asia e America Latina è attorno alle 15 tonnellate per ettaro, meno di metà della produttività in Europa Occidentale e Nord America. Per rafforzare la coltivazione di patate nei paesi in via di sviluppo, la Fao e il Centro internazionale per la patata hanno lanciato un appello affinché "la scienza della patata al servizio dei poveri" offra ai produttori sementi di migliore qualità, varietà che siano più resistenti alle infestazioni, alle malattie, alla siccità e al cambiamento climatico, nonché tecniche agricole che consentano un uso più sostenibile delle risorse".