Mettere a punto strategie e indirizzi applicativi in seguito alla revisione europea in materia fitosanitaria
L'equilibrio carico di frutti/potenziale produttivo è uno snodo fondamentale nel percorso-qualità del melo. Il diradamento dei frutticini rappresenta uno degli interventi-chiave per regolare il carico produttivo, evitare l'alternanza di produzione, contrastare disordini fisiologici – in particolare la butteratura amara – insomma porre le basi per ottenere frutti di qualità.
Si tratta di una pratica colturale delicata, che consiste nel determinare il numero di fiori che si trasformano in frutticini (allegagione), asportando quelli in eccesso. Il melo presenta una situazione particolare. I mazzetti (corimbi) sono costituiti da cinque fiori, di cui il centrale – che fiorisce prima e che è favorito da un fenomeno di dominanza – è predisposto per trasformarsi in un frutto meglio nutrito e di qualità superiore. Occorre dunque asportare gli altri 4. Il diradamento manuale non è economicamente sostenibile e si ricorre all'impiego di sostanze diradanti, che accentuano la naturale attitudine del melo a privilegiare il frutticino migliore della "cucciolata", facendo cascolare i più deboli. Si tratta di sostanze attive che agiscono per contatto, oppure che accentuano l'azione dei fitoregolatori endogeni che controllano il meccanismo dell'allegagione.
L'intervento si posiziona in post-fioritura, ma ogni diradante ha precise indicazioni sull'epoca, determinata sulla base della dimensione del frutticino centrale, e sulle condizioni micro-ambientali: dall'umidità atmosferica che consiglia di scegliere la sera piuttosto che il pieno sole, alle temperature, fino all'altitudine. In effetti, le melicoltura negli ambienti montani richiede una messa a punto della tecnica in funzione delle singole varietà e dell'altitudine a cui si opera.
A questi aspetti di natura tecnica, già di per sé complessi e delicati ai fini dell'efficacia dell'operazione, si è aggiunta la recente revisione della normativa fitosanitaria europea. Tale revisione esclude ad esempio l'impiego del Carbaryl – una delle sostanze diradanti più efficaci tra quelle disponibili, a partire dalla fine dell'attuale campagna. Il nuovo panorama normativo rende dunque indispensabile ridiscutere le strategie fin qui adottate e fare il punto sulle ricerche in corso a livello europeo e presso i singoli Centri di ricerca. Tra gli aspetti innovativi, saranno illustrate tecniche accettate dai protocolli di agricoltura biologica. Intanto la ricerca genetica sta lavorando su varietà che naturalmente allegano un solo frutto per corimbo. Tra i risultati interessanti in questa direzione la nuova cultivar Crimson Crisp, valutata presso il Centro Ricerche del Creso a Manta e in fase di diffusione in meleti biologici piemontesi: oltre alla resistenza alla ticchiolatura, presenta un ridotto fabbisogno in diradamento, soddisfabile anche con un leggero intervento manuale.
Il CReSO ha dunque invitato i ricercatori e i responsabili della consulenza tecnica delle regioni italiane a melicoltura avanzata (Oltre al Piemonte, Trentino-Alto Adige, Emilia-Romagna e Valtellina), che peraltro rappresentano oltre il 70% della melicoltura nazionale, la più importante in Europa, ad un incontro tecnico interregionale, nel quale si farà il punto sulle ricerche in corso e sulle applicazioni di pieno campo nei diversi ambienti.
L'incontro è rivolto alle figure professionali che si occupano di ricerca applicata e consulenza tecnica alle aziende.
La ricerca sul diradamento del melo in Piemonte è svolta nell'ambito del Programma di ricerca applicata per la frutticoltura e l'orticoltura, finanziato dalla Regione Piemonte – Assessorato Agricoltura e rientra tra le attività svolte nell'ambito del Progetto di divulgazione e trasferimento dei risultati della ricerca, finanziato dalla Provincia di Cuneo.
Sponsor dell'evento:
Agrimport, Bayer CropScience, Isagro Italia, L. Gobbi, Phosyn, Scam
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Fonte: Creso - Consorzio di ricerca sperimentazione e divulgazione per l'ortofrutticoltura piemontese