La Piattaforma intende valorizzare le soluzioni tecnologiche innovative per far sì che l'Italia diventi uno dei principali produttori di biometano ed esprima tutto il potenziale nel futuro greening delle attività produttive, della rete gas e della mobilità.
Prodotto sia da sottoprodotti di origine agricola sia dalla frazione organica proveniente dalla raccolta differenziata, il consumo del biometano avviene evitando di liberare il carbonio sequestrato nei giacimenti di combustibili fossili, quasi senza ulteriori emissioni climalteranti. Per questo, stando alle Direttive europee, il biometano rappresenta una possibile soluzione per il conseguimento degli obiettivi fissati dalla Conferenza Cop 21 di Parigi per il contrasto ai cambiamenti climatici. Una risorsa strategica dunque, per la quale tuttavia nella normativa nazionale mancano ancora alcuni punti regolamentari necessari che impediscono l’avvio dei progetti, un corretto sostegno agli stessi e quindi l'operatività del settore. Un passo importante è stato intanto fatto nelle ultime settimane con l’attesa pubblicazione delle procedure applicative per l’immissione in rete da parte del Gse.
Secondo i firmatari della Piattaforma, l’Italia, con un adeguato sistema legislativo a supporto, sarebbe nelle condizioni di raggiungere una produzione di 8,5 miliardi di metri cubi di biometano al 2030, non solo senza ridurre il potenziale dell’agricoltura italiana nei mercati alimentari, ma accrescendo la competitività e sostenibilità delle aziende agricole.
Guardando infatti alle potenzialità italiane, l’Italia è il secondo produttore di biogas europeo, dopo la Germania: a fine 2015 risultano operativi nel Paese circa 1.555 impianti biogas, il 77% dei quali alimentato da matrici agricole.
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