Un pianeta in debito d'ossigeno. Così si presenta la Terra all'appuntamento con la Conferenza mondiale sui cambiamenti climatici, il vertice organizzato dalle Nazioni Unite che si apre oggi a Durban, in Sudafrica, con lo scopo di discutere le politiche ambientali globali. 

Proprio del 2010 è il record di emissioni globali di anidride carbonica, che ha raggiunto il picco di 33,5 miliardi di tonnellate, crescendo del 5,9% sul 2009 e del 4,5% rispetto al precedente primato del 2008. Lo ricorda la Cia - Confederazione italiana agricoltori, auspicando che il summit apra la strada a un accordo globale sul clima.

Alla conferenza si tireranno le somme dell'andamento delle emissioni negli anni passati: dal 1990 - ricorda la Cia - i Paesi industrializzati hanno aumentato i volumi di CO2 del 36%, quando il protocollo prescriveva una diminuzione del 5,2%. Complici anche l'esplosione demografica mondiale, che ha toccato recentemente quota sette miliardi, il boom' economico dei Paesi emergenti e la progressiva deforestazione, che, sottraendo ogni anno tredici milioni di ettari di boschi, sta decimando i polmoni verdi della Terra. E, stando alle stime del rapporto presentato ieri dal Wwf, se non si prenderanno misure adeguate, entro il 2030 perderemo altri 125 milioni di ettari di foreste.

In prima linea per mettere un freno allo sterminio dei boschi, autentiche miniere di sviluppo sostenibile, sono gli agricoltori: sono loro, infatti, a svolgere "da sempre un ruolo essenziale - spiega la Cia - nella protezione di queste straordinarie fonti di ossigeno e di biodiversità, fungendo da 'guardiani' delle attività antropiche e valorizzando così il ruolo degli alberi come regolatori degli ecosistemi".

Ma il settore primario offre un altro aiuto alla lotta ai cambiamenti climatici. "Dagli scarti di agricoltura e allevamento si ricavano ogni anno 20 milioni di tonnellate di biomasse legnose, destinate alla produzione di energia termica o elettrica a impatto zero - ricorda la Cia - Questa scelta ha fatto risparmiare all'ambiente 24 milioni di tonnellate di CO2, una quantità pari all'anidride carbonica emessa da 4 milioni di automobili a benzina che fanno il giro completo della Terra. Ma si deve fare di più per sviluppare ulteriormente un settore che, con un fatturato di oltre 6 miliardi di euro l'anno, da solo vale la metà del giro d'affari dell'intero comparto delle rinnovabili, confermandosi così non solo 'a emissioni zero', ma anche economicamente competitivo".

 

"Ed è per questo - conclude la Cia - che sollecitiamo i ministri dell'Ambiente Corrado Clini e dello Sviluppo economico Corrado Passera a presentare al più presto il nuovo Piano energetico nazionale. Un Piano che dovrà essere assolutamente 'green' per un'economia che sostituisca le fonti rinnovabili al carbonio, partendo proprio dalle biomasse".