Cina disponibile a ridurre le proprie emissioni e a raggiungere un accordo internazionale sul dopo Kyoto?
Ed Miliband, ministro britannico per i cambiamenti climatici, assicura di sì spiegando ieri al Guardian che la Cina è ormai pronta a negoziare con le altre nazioni per raggiungere un accordo in grado di sostituire dopo il 2012 il Protocollo di Kyoto.
Spiega Miliband al quotidiano britannico: 'Vedono l’impatto che i cambiamenti climatici stanno avendo sulla Cina, sanno che il mondo si sta spostando verso un’economia a basso consumo e si rendono conto nelle nuove opportunità economiche che questo spostamento potrebbe aprire'. Secondo Miliband a sbloccare la posizione dei cinesi è stata la promessa del presidente Usa Barack Obama di portare le emissioni degli Usa a livelli equivalenti a quelli del 1990 entro il 2020.
'La Cina pensava che i Paesi sviluppati non facessero sul serio', racconta Miliband, 'Ma ora sanno che gli Usa sono entrati in gioco e sono pronti a negoziare con loro'.
Cina e Stati Uniti insieme contribuiscono a più del 40% delle emissioni mondiali di anidride carbonica.
La Cina vorrebbe che i Paesi sviluppati si impegnassero a ridurre le loro emissioni in maniera molto più sostanziale, che le tecnologie per ridurre le emissioni venissero condivise e che le Nazioni Unite istituissero un fondo per l'acquisto dei brevetti di queste tecnologie. Dal canto suo, Pechino ha allo studio una serie di misure, come l’introduzione di una carbon tax, che consentano di ridurre i livelli di CO2 in ogni comparto dell’economia, ma chiedono in cambio che siano i Paesi ricchi ad accollarsi i costi della riduzione dei gas serra legati all'export.A giustificare l’ottimismo di Miliband anche l’accordo da 10 milioni di sterline, siglato nei giorni scorsi, che l’agenzia governativa Carbon Trust ha firmato con la China Energy Conservation Investment Corporation (Cecic) per rafforzare la cooperazione dei due Paesi nel campo delle tecnologie a basso impatto ambientale in Cina.
Il contratto prevede la creazione di una joint venture che si occuperà del trasferimento della tecnologia low emission dalla Gran Bretagna alla Cina per l'impiego diretto sul territorio. Inoltre i 10 milioni di sterline serviranno per realizzare progetti congiunti nello stesso settore.