Se fino a 20 anni fa Bob Geldof era ancora un musicista impegnato a salvare il mondo con il Live Aid, oggi, dopo aver conquistato il titolo di baronetto e dunque il diritto all’appellativo di Sir, è entrato in affari con quel mondo che nel frattempo è peggiorato.
Questa volta non lo fa attraverso la musica ma attraverso la jatropha, una pianta che si presta bene a fornire biocarburante, non è commestibile, cresce in terreni semi aridi e non necessita di cure particolari.
Sir Geldof è intanto diventato consigliere speciale della Helius Energy Plc, un’azienda che produce energie rinnovabili, ma anche biocarburanti proprio dalla jatropha e che da tempo è impegnata a sviluppare in Africa questo progetto. E appunto Sir Geldof da qualche tempo ha ripreso la sua idea di salvare il mondo, o meglio l’Africa con il jatropha project, che prevede che l’Africa diventi il più grande serbatoio mondiale di biocarburanti ottenuti appunto attraverso questa pianta, che dovrebbe crescere e proliferare e arricchiere gli africani.
Del progetto e dell’idea di debbellare così la povertà africana ne ha parlato al World Biofuels Market a Bruxelles, una tre giorni dedicata completamente al mondo dei biocarburanti e alle aziende che li producono.
Dice Sir Geldof: 'Ora come ora come viviamo una grave crisi economica e è giunto il momento di affrontare tale problema che investe sopratutto 3 miliardi di persone che vivono con meno di 2 dollari al giorno. Se non sono inseriti nella nuova architettura di finanza globale, noi continueremo ad avere un sistema asimmetrico che porterà instabilità'.
E in tale contesto, dice Geldof, che i biocarburanti ottenuti dalla jatropha, potrebbero fare la differenza, in Africa e nel Sud del mondo. Potrebbe sostituire le importazioni e ci sarebbero più fondi per l’economia, più posti di lavoro, combustibili per uso domestico a livello locale, infrastrutture, istruzione e benefici per la salute. L
’Africa ha sempre usato 'bio-carburante' come una fonte primaria, il legno, il letame, residui ecc.
Possono continuare a farlo responsabilmente restando legati a questa tradizione. Tra 10 o 20 anni il settore sarà regolamentato e ci sarà un economia sostenibile basata sulla produzione di biocarburanti derivati da piante non alimentari.