I biocarburanti tengono banco all’interno delle decisioni nella Comunità europea in tema di sostentabilità energetica e lotta ai cambiamenti climatici. Su questo tema arriva una notizia sull’Italia che per certi versi potrebbe stupire, considerando che per quel che riguarda la crescita economica, il nostro paese si trova attualmente in fase di stallo.
L’Italia ha infatti migliorato il proprio piazzamento nella classifica legata agli investimenti in biodiesel, passando dalla quattordicesima all’ottava posizione mondiale. Questo sicuramente grazie ad un piano governativo dell’Unione europea che prevede agevolazioni fiscali sul biodiesel italiano per 250 mila milioni di tonnellate all’anno nel periodo 2007 -2010.
L’indagine
'Biofuels country attractiveness indices', che misura il livello di attrattività per gli investimenti in biocarburanti. Dallo studio emerge anche come il Brasile abbia preso il posto degli Stati Uniti in qualità di destinazione preferita per gli investimenti in biocarburanti, collocandosi al top della classifica.
Il livello attrattivo del Brasile ha subito un significativo incremento in seguito all’introduzione obbligatoria del mix B-3, ovvero la normativa legale in base alla quale vi è l’obbligo di miscelare il 3% di biodiesel e il 97% di carburante tradizionale. Come conseguenza della normativa B-3, la domanda annua di biodiesel in Brasile è passata da 800 milioni di litri a ben 1,2 miliardi di litri.
La Germania è il Paese ad aver registrato la retrocessione più evidente nell’All biofuels index, passando dal terzo al sesto posto.
Un fatto strettamente legato alla decisione del governo di ritirare il piano E10, che prevedeva di miscelare il 10% di biodiesel con carburante tradizionale. In crescita anche la Francia, la Spagna e il Canada. Di certo il balzo dell’Italia in questa speciale classifica è favorito da numerosi fattori che apportano condizioni economiche potenziali positive.