Mentre il petrolio continua la sua corsa verso i 150 dollari al barile, passava a sorpresa un emendamento alla Finanziaria che decapitava, nei fatti, l'Autorità per l'Energia. Gli attuali vertici dell'Authority, il presidente Alessandro Ortis e Tullio Maria Fanelli, decadranno, infatti, dopo 30 giorni dall'entrata in vigore del decreto legge della manovra, salvo possibilità (a questo punto soltanto teoriche) di una nuova nomina.
E' quanto prevede un emendamento presentato da Maurizio Fugatti della Lega Nord, che stabilisce anche in 4 (attualmente 5 ma non assegnati) i posti del collegio e rivede i poteri dell'autorità attribuendole competenze, al momento ancora da definire, in materia di nucleare e prodotti petroliferi.
La decisione è arrivata a sorpresa, in quanto sembra esulare dagli ambiti della Finanziaria e non se ne individuano le caratteristiche di 'necessità e urgenza' indispensabili per i decreti legge. L'Autorità per l'Energia presieduta da Ortis era stata molto attenta a vigilare sugli interessi dei consumatori, che ora temono gli effetti negativi di una possibile lottizzazione e si era anche espressa di recente sugli effetti negativi sulle bollette che potrà avere la 'Robin Tax' tanto cara al ministro Tremonti.