Giuseppe Volta, esperto di tecnologie per la zootecnia e di impianti di biogas per il recupero energetico, da anni nelle file dell'azienda Rota Guido, leader nella realizzazione di impianti per la produzione di agroenergie, ripete il suo refrain da parecchio tempo: 'Non esiste un valore al di sopra o al di sotto del quale il biogas non è conveniente.', spiega, 'Ogni azienda agricola, dovrà fare i conti con le proprie realtà, in relazione ai capi presenti, alla superficie utile coltivabile, alla relativa quota di set-aside ecc. Anche un impianto di potenza limitata, se è calibrato in maniera corretta per le esigenze dell’azienda, porta risultati positivi'.
Per farla breve: non esiste una 'dimensione aurea' per un impianto di biogas. 'In questo ultimo periodo abbiamo assistito ad alcune novità estremamente importanti', dichiara Volta.
Il mondo del biogas ha dovuto misurarsi con nuovi parametri o scenari inediti. 'Si pensi ad esempio alla Direttiva nitrati', ricorda, 'che sembrava dovesse essere lontana anni luce oppure all'introduzione dei certificati verdi e alla loro riqualificazione sotto il profilo del numero di anni di utilizzo e del loro valore, alla possibilità di impiegare il set-aside per colture agroenergetiche, all'aggiornamento delle tariffe dell'energia'. Tutti buoni motivi, in definitiva, per scommettere sulla produzione di energia verde.
'L'importante è valutare a fondo i rendimenti di ciascun impianto e tararlo su misura per la propria dimensione aziendale', raccomanda Volta, che può parlare dall'alto della propria esperienza e dei numeri della ditta Rota, che realizza circa 12 impianti di biogas all'anno, con ritmi dunque di uno ogni 30 giorni. Relativamente alle caratteristiche tecniche va sottolineato che gli impianti Rota presentano aspetti particolari, come ad esempio il rivestimento in legno sulla cupola del digestore ('che è terreno di coltura ideale per i batteri desolforanti, i quali, abbattendo i derivati dello zolfo, garantiscono una maggiore durata dei componenti del motore'), piuttosto che i filtri a carboni attivi, con la funzione di affinare la qualità del gas in uscita dal digestore. Ogni componente deve essere garantito dalla massima affidabilità, 'senza dimenticare la semplicità del funzionamento', altro requisito basilare nella filosofia dell'installazione.
'La scelta deve tenere conto innanzitutto della convenienza economica', dichiara Volta, 'ma anche appunto dall'analisi della componentistica, che Rota è in grado di garantire e di fornire in base alle esigenze dell'azienda. Altri punti di forza degli impianti Rota sono il sistema di carico della biomassa, l'impianto di miscelazione, il controllo dell'immissione dei liquami, la termostatazione dell'impianto, senza dimenticare il segmento legato alla 'motorizzazione' brevettato per rendere stabile la combustione ed elevati i rendimenti (45% di rendimento elettrico)'. I collettori consentono il recupero dell'energia termica, ulteriore risorsa economica per gli agricoltori.
Insomma, qualità e affidabilità innanzitutto. Giuseppe Volta non ha dubbi: 'Il biogas conviene. La normativa ha concesso un maggiore margine per le attività connesse alle fonti rinnovabili e oltretutto ci sono vantaggi di carattere ambientale, che in un regime di Pac subordinato all'eco-condizionalità e al rispetto delle buone pratiche agricole, non devono essere trascurati'.