I biocarburanti, che qualcuno chiede di ribattezzare 'agrocarburanti' per spogliarli della patina di 'verde' che ancora li ricopre, stanno trovando grosse resistenze e vengono incolpati di essere la causa dell'aumento dei prezzi dei cereali e in generale dei generi alimentari in tutto il mondo. Forse anche per questo le industrie del biodisel e dell'etanolo hanno individuato la poco problematica Africa, sempre pronta ad accettare investimenti stranieri, come 'il nuovo Eldorado dei biocarburanti'. Infatti molte aziende occidentali d'importanza internazionale stanno mettendo in piedi sterminate coltivazioni di iatropa e ricino per produrre agrodiesel.
L'ultimo campo di battaglia dei biocarburanti sembra infatti essere diventato la poverissima e denutrita Etiopia, che sta conducendo una debilitante guerra per conto terzi in quel che resta della Somalia, ma le compagnie occidentali, sempre più attirate dall'economicità dei carburanti di origine vegetale dovuta al boom dei prezzi del petrolio, stanno investendo in tutta l'Africa, in particolare nei Paesi più poveri e governati da regimi quantomeno discutibili. L'Etiopia sembra però un sito provvisorio, in attesa che si aprano le fertili pianure dell'Africa occidentale, che si affaccia sul Golfo di Guinea. Di questa nuova risorsa energetica all'Africa resterà poco o nulla, l'olio estratto raggiungerà i porti olandesi, tedeschi e mediterranei, per essere trasformato consentire all’Unione europea di raggiungere le quote di biocarburanti che si è prefissata. Niente di più lontano dalla filiera corta invocata dalle associazioni degli agricoltori italiani per la produzione di energia da biomasse.

Foto by david rixon.